INTERVISTA A MIRKO (Comunità Alloggio di Terni)


Mirko, raccontaci qualcosa della tua vita.

“Quando avevo vent’anni ho fatto l’accademia di polizia; è durata nove mesi. Sono stati momenti molto belli perché stare in Polizia è bellissimo; si imparano molte cose, anche perché è un corpo molto specializzato e sono stati i momenti più belli della mia vita. Facevo l’agente di scorta. Quando ero lì capivo di essere una persona sana. Poi purtroppo mi sono ammalato a causa della strage di via Fani e sono dovuto uscire”.

 

Come è il lavoro da agente di scorta?

 

“Prendevamo 600000 lire al mese, più l’indennità per le trasferte. I nostri turni erano di 8 ore: dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 o dalle 22 alle 6”.

 

Hai conosciuto tanta gente importante, vero?

 

“Sì. Ho fatto la scorta all’onorevole Galloni, Giorgio Almirante, Enrico Berlinguer, segretario del PCI, a papa Wojtyla, e anche a Emilio Fede”.

 

Emilio Fede?

 

“Sì, quando lavorava in Rai. In quel periodo anche i giornalisti avevano la scorta, perché avevano paura di essere gambizzati. Emilio Fede riceveva molte lettere dalle Brigate Rosse. Noi lo aspettavamo nel suo ufficio e approfittavamo per telefonare a casa! Io chiamavo sempre la mia ragazza, che si chiamava Teresa, con la quale sono stato due anni. Questi ricordi mi fanno pensare che ho avuto una vita abbastanza allegra”.

 

Che tipo era Enrico Berlinguer?

 

“Prendeva quattordicimila lire al giorno quando andava in Parlamento. Il gettone di presenza: infilava il gettone in una macchina e prendeva i soldi, oltre allo stipendio del partito, ovviamente. Era una persona che rispettava le distanze, era davvero difficile strappargli un pelo dai capelli!”.

 

E di Papa Wojtyla che ricordo hai?

 

“Ho fatto parte della sua scorta per 3-4 mesi. E’ una persona molto affabile, gentile. Certo, non è che ci parlavamo direttamente. Noi prendevano ordini dai cardinali, con lui si diceva giusto buongiorno e buonasera. E’ una persona abbastanza chiusa. Ma ho un ricordo molto bello: una volta eravamo a Castel Gandolfo, la sua residenza estiva: lui si è affacciato dalla finestra e ci ha lanciato le caramelle e noi tutti a raccoglierle e a mangiarcele. Poi è sceso un cardinale e ha dato dei soldi al Capitano dicendo: “Prendete, oggi il Papa ha deciso di pagarvi il pranzo a tutti”.

E’ stata l’unica volta che abbiamo mangiato fuori della caserma, e che la persona che accompagnavamo ci ha offerto il pranzo. Eravamo in otto: siamo andato a ristorante e abbiamo mangiato in abbondanza: carne, pesce… che mangiata, non la dimenticherò mai!”.

 

Dicevi di essere stato testimone della strage di via Fani…


“In quel periodo facevo parte della scorta del Caporedattore del TG 1 Emilio Rossi. Eravamo a Monte Mario e ad un certo punto abbiamo sentito delle esplosioni; io credevo fossero dei ragazzini che giocavano con i botti, invece ci chiamarono subito e ci dissero che avevano rapito Aldo Moro e ucciso la sua scorta. Siamo arrivati sul posto subito dopo la strage. Ci siamo ritrovati in mezzo a tutti quei corpi crivellati dalle pallottole. Mi ricordo di aver visto sollevarsi da uno dei cadaveri come una nube che mi ha investito e mi ha fatto diventare pazzo. Da allora ho cominciato a stare male, poi ho cominciato a girare comunità psichiatriche per vent’anni”

 

Quando hai lasciato la Polizia?

 

“Nel 1980, dopo che Teresa mi ha lasciato. Un giorno che siamo andati a fare l’amore ho trovato tutte le sue parti intime coperte di vermi, mosche, cavallette. Allora ho capito che mi aveva tradito. La Polizia ho dovuto lasciarla perché pagavo i miei colleghi per sostituirmi nei turni e io andavo a puttane. Un giorno mi hanno scoperto e mi hanno detto: “Mirko, consegni pistola e distintivo, non sei più un poliziotto”. Poi un giorno, sono stato anche in carcere per furto, arrestato dai miei stessi compagni”.


(Tratto da "Momenti" – periodico della Comunità Alloggio di Terni)

Leggi il racconto "LA COMETA" scritto da Mirko

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