LETTERA A BEPPE GRILLO

Caro Beppe Grillo,

mi chiamo Arnaldo Casali, ho 37 anni e sono un giornalista free-lance, o per meglio dire precario.

Gestisco da dieci anni una piccola rivista indipendente e collaboro con diverse testate, tra cui un quotidiano, una radio, una televisione e un sito internet.

Ho sempre interpretato il ruolo del giornalista come una forma di impegno civile: non credo che il compito di chi lavora nei mezzi di comunicazione sia solo quello di raccontare la realtà, né tanto meno quello di fare interessi di parte: sono convinto invece che il dovere di chi fa il mio lavoro, così come quello di qualsiasi cittadino, sia di dare il suo contributo per la costruzione di un mondo migliore: per questo ho sempre affiancato alla mia attività giornalistica anche l’organizzazione di iniziative di impegno civico, tenendo tutto sempre ben lontano dai partiti o da strumentalizzazioni politiche.

Sono altrettanto fermamente convinto del dovere di imparzialità del giornalista, e anche per questo non mi sono mai iscritto ad associazioni o movimenti di alcun genere e ho rifiutato tutte le candidature che mi sono state offerte fino ad oggi.

D’altra parte non mi sono mai riconosciuto – nemmeno come elettore – in alcun partito e posso dire di rifiutare l’idea stessa di partito, sia come movimento ideologico (che pretende di insegnarmi cosa devo pensare) sia come gruppo di potere autoreferenziale, che ha perso ormai qualsiasi contatto con i cittadini.

Per questa ragione ho seguito con grande interesse ed entusiasmo la nascita e lo sviluppo del Movimento a Cinque Stelle: l’unica realtà in Italia che fino ad oggi sia riuscita a restituire dignità al fare politica, sostituendo gli interessi di parte con gli ideali e le battaglie civiche, la delega con la rappresentanza, il compromesso con la coerenza, e c’è riuscita – a mio avviso – liberandosi in primo luogo dall’ideologia e da quegli interessi economici che hanno trasformato i partiti in una sorta di uffici di collocamento e che sollevano, oggi, l’indignazione generale.

Per queste ragioni di fronte all’offerta di una candidatura per le parlamentarie arrivata per e-mail qualche settimana fa ho subito accettato con entusiasmo, senza valutare le ripercussioni che avrebbe avuto nella mia vita professionale, convinto che un mio eventuale impegno politico sarebbe una naturale prosecuzione di quello giornalistico.

Trattandosi, il Cinque Stelle, di un movimento ana-ideologico e privo di interessi economici e trattandosi – le Parlamentarie – di una forma preliminare di selezione dei candidati, tutta interna al movimento, non ho ritenuto necessario discutere la questione con i miei datori di lavoro, pensando che avrei affrontato il problema di eventuali incompatibilità solo nel caso (che ho sempre reputato remoto) in cui avessi raccolto tanti voti da finire nelle liste ufficiali dei candidati.

Come sai, è piuttosto comune che un giornalista entri in politica. Normalmente nel momento in cui va a ricoprire un incarico pubblico, il giornalista si dimette: certo, se fa il direttore di un giornale o lavora per la Rai (e quindi ha diritto all’aspettativa) è una rinuncia piuttosto comoda; se si tratta di un precario la questione diventa invece decisamente più problematica.

Di certo la mia candidatura alle parlamentarie, accolta con favore anche da tanti colleghi, non ha violato in alcun modo la deontologia professionale né la Carta dei doveri del giornalista della Federazione nazionale della Stampa. La pubblicazione del mio nome nella lista degli 81 candidati della circoscrizione umbra ha messo però in imbarazzo il quotidiano per cui lavoro, come collaboratore, da 11 anni, che  mi ha quindi messo di fronte alla scelta tra ritirare la candidatura o sospendere la mia attività giornalistica.

Con la presente devo quindi chiedere – una richiesta singolare, me ne rendo conto, tanto più che le parlamentarie si concluderanno domani – di rimuovere il mio nome della lista dei candidati.

 Con stima e affetto

 Arnaldo Casali

candidato n. 17 nella circoscrizione Umbria

P.S.

Beppe Grillo non ha mai risposto alla mia lettera e non ha cancellato il mio nome tra i candidati, tanto che alla fine sono risultato addirittura il quarto tra i più votati del comprensorio ternano. Quando, qualche settimana dopo, Grillo è venuto a Terni per il “Firma Day” gli ho raccontato il mio caso.

“Non ho letto la tua lettera – mi ha risposto – ma ti assicuro che non sei l’unico. E’ successa la stessa cosa a praticamente tutti i giornalisti che si sono candidati con noi”.


IL “CASO CASALI” SU UMBRIA 24

 

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