ES.TERNI

Un’edizione ricca di emozioni e originalità, quella del secondo festival della creazione contemporanea Es.terni che si conclude domani tra l’ex Siri e il Centro MultiMediale. Tante le perle offerte quest’anno dalla kermesse: tra i momenti più emozionanti senza dubbio lo “Spettacolo sintetico per la stabilità sociale” dei romani Santasangre, con degli straordinari effetti ottici che arrivavano a confondere attori in carne ossa con le proiezioni video, al servizio di una storia di rara intensità. Indimenticabile anche Wasteland dell’olandese Alexandra Broeder, in cui lo spettatore sale su un autobus e viene “rapito” da un gruppo di bambini, stupefacenti nella capacità di trasformarsi in una sorta di fantasmi dagli occhi di ghiaccio e lo sguardo impassibile.

Tra gli spettacoli ancora “recuperabili”, da non perdere oggi dalle 18 e domani dalle 17 alla tettoia dell’ex Siri Thy Kingdom Come, la performance interattiva dell’olandese Dries Verhoeven che mette per 30 minuti – uno di fronte all’altro – due sconosciuti.

Per quanto riguarda il programma di oggi, alle 15.45 al bar Fat è previsto l’incontro con i Menoventi (che alle 21 presentano In festa) e il collettivo Svarnet che abita la “dimora fragile” di vico Santa Chiara, dove chiunque – 24 ore su 24 – può entrare e diventare parte del progetto. Forse il più interessante ed entusiasmante tra quelli proposti da questa seconda edizione del festival, in cui la banalità quotidiana diventa arte e l’arte diventa vita quotidiana.

Decisamente perdibili, invece, Day in / Day out, relativamente banale racconto di due operai-galeotti in fuga, e Dancesongs di Ame Henderson, in cui un gruppo punk-techno propone un concerto in cui anziché cantare e suonare, la band – un trio canadese – balla e si dimena. Male.

Infine, Ubeda: straordinario ballerino e coreografo giapponese, all’avanguardia a livello nazionale. Per qualcuno. Per qualcun altro protagonista di un assolo di 50 minuti a metà tra Michael Jackson e il Lino Banfi di Vieni avanti cretino. 

"Un’esibizione che non nasce certo in una sera – ha commentato uno spettatore dopo lo spettacolo – ma che è evidente il frutto di anni e anni passati davanti allo schermo di un computer".

(parzialmente estratto da Il Giornale dell’Umbria del 29 settembre 2007)

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