Forse è venuto il momento di smettere di parlare dell’aborto come di un diritto o un omicidio, e cominciare a parlarne seriamente per quello che è anche e soprattutto: un’esperienza devastante per la donna e che, proprio per questo, andrebbe risparmiata a più donne possibile.

Forse è venuto il momento di smettere di considerare l’aborto come una questione etica, e cominciare a trattarlo come una questione umana.

Forse è venuto il momento si smettere di giocare con la vita umana e con la coscienza e il corpo della donna per alimentare scontri ideologici.

Forse è venuto il momento di mandare a fanculo pro-life e post-femministe e cominciare ad ascoltare le Persone.

Forse è venuto il momento di capire che non abbiamo bisogno di medici obiettori né tantomeno di politici leccaculo del Vaticano, ma di amici, genitori, parenti, colleghi, compagni di scuola e di bevute che non considerino la morte un rimedio e la vita un impiccio.

Forse è venuto il momento di trovare il coraggio di dire che la nascita di un bambino – con tutte le complicazioni e le difficoltà che può portarsi dietro – è sempre una cosa più bella di un’interruzione di gravidanza, per quanto asettica, indolore, sicura e veloce possa diventare.

Forse è venuto il momento.

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