Oggi la Chiesa celebra la festa di Margherita da Cortona, l’unica santa della storia che non solo non è mai stata monaca, ma non era neppure sposata: conviveva.
Nata a Laviano, in provincia di Perugia, nel 1247, Margherita diciottenne va a convivere con un giovane nobile di Montepulciano, che non la sposa neppure quando nasce un figlio, e che muore assassinato nove anni dopo. (La tradizione racconta di un cagnolino che la guida a ritrovarlo cadavere, in un bosco).
Allontanata dai parenti dell’uomo e dalla propria famiglia trova accoglienza a Cortona. Lavora come infermiera per le partorienti, educa il figlio, che si farà poi francescano, e si dedica agli ammalati poveri. Prende con sé alcune volontarie che si chiameranno «Poverelle», promuove l’assistenza gratuita a domicilio, si fa aiutare da famiglie importanti e nel 1278 fonda l’ospedale della Misericordia. Vive un periodo da contemplativa e una domenica ricompare a Laviano, per raccontare in chiesa, durante
Cortona è una bellissima città toscana, terra di frate Elia Bombarone (il primo capo dell’ordine francescano, considerato da molti ‘traditore’ di Francesco stesso), ma anche di Jovanotti e della famiglia Casali.
Con dubbio gusto, la chiesa l’ha fatta patrona delle prostitute redente. In realtà Margherita, con le prostitute redente, non ha mai avuto niente a che fare. Ma l’antico detto "Margherita da Cortona, che prima di fare la santa faceva la puttana" ci suggerisce la poca tenerezza provata, dalla Chiesa, nei confronti della sua intensa storia d’amore.
Da sottolineare che Margherita non solo non era una prostituta, ma nemmeno una "ragazza facile". La sua unica colpa era stata quella di innamorarsi di un uomo che non la volle mai impalmare.
Vista l’attualità della sua vicenda, io propongo Margherita come patrona di tutti quelli che amano con tutto il cuore ma non possono – per le ragioni più svariate – sposarsi in Chiesa.
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