PROIETTILI SU TERNI

Tre proiettili, contenuti in una busta chiusa e indirizzati al sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, sono stati intercettati durante i controlli negli uffici di smistamento delle poste. A darne notizia ai capigruppo in consiglio comunale è stato lo stesso primo cittadino, martedì 15 maggio.

 

Lo stesso giorno, nel pomeriggio, è stata convocata una seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Terni “per condannare la grave intimidazione subita dal sindaco” che ha ricevuto la solidarietà – tra gli altri – del sindaco di Roma Veltroni e del presidente della Camera Bertinotti.

 

Per una singolare coincidenza, la notizia è stata data proprio nella stessa mattina in cui i gruppi dell’opposizione hanno presentato alla stampa un dossier in cui viene pesantemente attaccata l’assessore alla Cultura Sonia Berrettini per alcuni presunti conflitti di interessi legati alla sua attività di imprenditrice nel settore cinematografico.

 

Posto che ritengo che un qualsiasi gesto di violenza contro chiunque e per qualsiasi motivo vada sempre e comunque condannato senza se e senza ma, cosa che purtroppo non sempre accade della nostra città (a cominciare dall’aggressione, tre anni fa, a un gruppo di militanti di Forza Nuova, contro cui né il sindaco né il segretario provinciale di Rifondazione dissero una parola) ho trovato francamente fastidiosa tutta la retorica che è stata costruita intorno al grave evento.

 

Credo che la solidarietà, il “fronte comune” intorno all’amministratore minacciato sia un dovere e una necessità in territori dove, chi in nome della legalità osa sfidare il potere costituito, rischia davvero la vita.

 

Fortunatamente Terni è una città che con organizzazioni criminali o terroristiche non ha mai avuto nulla a che fare; il sindaco non ha sfidato nessun gruppo di potere, e la lettera firmata “Nar” gli muove accuse che non riguardano coraggiose battaglie, ma questioni ambigue e discusse: la realizzazione di un campo nomadi, le licenze commerciali ai cinesi, presunte tangenti.

 

Insomma, nel peggiore dei casi, l’autore della missiva è un fanatico isolato. Certo non un’organizzazione criminale o terroristica. Quello che andrebbe fatto, allora, è solo identificarlo e arrestarlo.

 

Il vero rischio, invece, mi sembra la tendenza a  strumentalizzare un evento criminale per questioni squisitamente politiche. Perché – esattamente come accaduto con il caso Bagnasco-Vaticano-Rivera – anche a Terni le intimidazioni vengono utilizzate per rendere “intoccabile” chi le riceve e l’istituzione che rappresenta.

 

Commentando il dossier presentato contro di lei dall’opposizione, l’assessore Berrettini lo ha definito infatti “un bieco attacco personale, che contribuisce ad alimentare un clima che poi, come purtroppo è accaduto, partorisce aberrazioni più gravi come le minacce personali” mentre il sindaco Raffaelli, durante lo stesso consiglio straordinario convocato per condannare il gesto intimidatorio affermava – excusatio non petita – di escludere “qualsiasi connessione diretta o indiretta tra le modalità dello scontro politico su alcune dalle questioni richiamate nella lettera ricevuta e questo gesto” aggiungendo poi, che “se di un esagitato irresponsabile si tratta, costui si inserisce dentro certe asperità estreme della discussione politica cittadina”.

 

E se, nel frattempo, i Ds attaccavano pesantemente non solo l’opposizione, ma anche la stampa che gli dava “troppo spazio”, ad una settimana di distanza, il sindaco ribadisce,  in un’intervista a Radio Vaticana: “La vicenda di Terni si inserisce in un contesto di deterioramento delle regole del confronto politico che deve indurre tutti quanti a una riflessione e a una assunzione di responsabilità conseguente” e poi aggiunge: “Naturalmente non c’è nessun collegamento né diretto né indiretto tra chi fa agitazione politica e chi invia proiettili e lettere minatorie e tuttavia, come in economia la moneta cattiva scaccia quella buona, così nel confronto civile la politica cattiva caccia quella buona, e la tendenza all’imbarbarimento diventa una spirale perversa in cui possono innestarsi mestatori e malintenzionati”.  

 

Anche questa è democrazia?

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