POLEMICA SULL'URNA DI SAN VALENTINO: PARLA IL PARROCO

La processione con l’urna del patrono non si farà, gli oltre 800 firmatari della petizione e i  parrocchiani di San Valentino sono soddisfatti. Proprio non ci stanno, però, a sentirsi dire che la loro è una “paura ancestrale” di perdere la reliquia che ha retaggi medievali. E così il parroco padre Mario Ottaviani ha scelto di chiarire alcuni punti e svelare al Giornale alcuni retroscena della polemica che ha visto contrapposti parrocchia e vescovo per più di una settimana.
“Per cominciare – spiega il frate carmelitano, succeduto da qualche mese a padre Paolo Rinelli nella guida della parrocchia – va detto che non è affatto vero che il consiglio pastorale era d’accordo con il vescovo nell’organizzare questa processione. Anzi, sin da ottobre – quando la Curia ci ha presentato per la prima volta il progetto – c’è stata una forte opposizione di tutti i parrocchiani”.

Eppure il vescovo sostiene che alla riunione con i rappresentanti del consiglio pastorale l’accordo si era raggiunto.

“Questo è vero. Quando ci siamo incontrati il 20 dicembre i sette-otto rappresentanti del consiglio pastorale presenti si sono trovati abbastanza d’accordo con il vescovo. Io sono stato l’unico ad aver posto dei problemi”.

Allora la colpa non è del vescovo, ma dei rappresentanti che non hanno rappresentato…

“E infatti quella sera sono tornato a casa molto arrabbiato. D’altra parte c’è anche la questione della Festa della Promessa. E’ stata ideata da noi carmelitani, nella basilica di San Valentino. Perché trasferirla?”.

Non si dimentichi che san Valentino non è solo il patrono della parrocchia, ma della città e di tutti gli innamorati del mondo. E nella basilica lo spazio è poco.


“Se lo spazio non c’è, il problema si risolve invitando meno persone, non cambiando chiesa. Dicono che il motivo è la diretta televisiva. Ma la diretta televisiva si è sempre fatta, non è mica la prima volta…”

Certo, ma tra TeleTerni e Rai Uno qualche differenza c’è…

“E perché? A livello tecnico il discorso e lo stesso. Questo spostamento creerà dei risvolti con molti problemi logistici – il parcheggio, per esempio – che noi non ci accolleremo. Inoltre ci costringerà a prolungare il programma degli eventi fino a marzo”.

Torniamo alla processione.

“Vorrei ricordare che tutti i lavori di restauro della basilica e la realizzazione del nuovo altare, sono stati realizzati dai noi carmelitani, da soli. La Curia non ci ha mai aiutato, e adesso vuole prendersi il santo? Voi avete scritto che il duomo è la “sua” Cattedrale, ma non è vero. E’ la Basilica la chiesa di San Valentino. E’ sempre stato lì e lì deve restare”.

San Valentino era il vescovo di Terni. Con la Cattedrale, quindi, ha un legame importante. Non è una chiesa come le altre. E poi il vescovo Paglia ha sempre sottolineato che si trattava di un trasferimento temporaneo, che sarebbe durato appena un giorno.

“Veramente Federico Salvati ha parlato di lasciarlo in Duomo addirittura per tutto il 2006”.

Federico Salvati è un consigliere comunale, non certo il portavoce di monsignor Paglia, che non ha mai detto una cosa simile.

“D’accordo, ma può capire come quella dichiarazione abbia riscaldato ancora di pi
 gli animi”.

Ancora non mi ha detto cosa c’era di così scandaloso in questa processione.

“Nessuno ha niente contro la processione. La processione si può fare, ma l’urna deve tornare in Basilica. Può sostare in piazza, ma non passare la notte in Cattedrale”.

Nessuno aveva parlato di lasciarla tutta la notte in Cattedrale. Ma ad ogni modo che differenza può fare una notte? Stiamo parlando comunque di appena qualche ora in più.

“No, è proprio questo che non va giù ai parrocchiani. La processione si può fare ma deve restare fuori, e l’urna deve tornare in basilica, senza sostare la notte in duomo”.

(
Il Giornale dell’Umbria – 7 gennaio 2006)
 
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