L’ASSUNTA IN TERRA

Fu Totò a suggerire l’idea.

Donna Maria, non sarà venuto il momento che vi prendiate una bella vacanza?”.

Una vacanza?” fece lei meravigliata.

E’ Ferragosto, perbacco. E’ Ferragosto per tutti, anche per voi. D’altra parte non siete proprio voi, oggi, la festeggiata? Perché ve ne restate anche oggi inchiodata al posto di lavoro?”.

Certo, a ben pensare non posso proprio darti torto”, disse Maria, appena finito di leggere e archiviare l’ennesima richiesta di grazia.

Perché non staccate un po’ la spina, e ve ne andate a rilassarvi in qualche bel posto? E’ un vostro diritto! D’altra parte oggi siete assunta, no?”.

E già”.

E allora le ferie vi aspettano!”.

E’ proprio vero, ora che mi ci fai pensare”.

Se eravate precaria, le ferie non vi spettavano, e se vi assentavate per qualche giorno rischiavate che qualcuno vi rubava il posto. Invece siete assunta, poffarbacco, e le ferie ce le avete e nessuno ve le potrà togliere: diritto acquisito non si cancella”.

Sapete che vi dico, Principe De Curtis? Avete proprio ragione! E’ proprio ora che mi prenda una bella vacanza”.

*

“Vai pure” fece Giuseppe, quando la moglie le propose l’idea. “Perdonami, però, ma non posso accompagnarti, perché a me – invece – ancora non mi hanno assunto mica. Sono duemila anni che sono precario: già non mi si fila nessuno adesso, se mi allontano qualche giorno c’è il caso che laggiù si dimenticano pure che ci sono anche io, tra i santi. Però mi dispiace di mandarti da sola”.

Oh, di questo non devi preoccuparti: non vado da sola, mi accompagna Gesù, e dice che verrà anche il suo migliore amico”.

– I –
La partenza


Valigie in mano e zaini in spalla, Francesco, Maria e Gesù si ritrovarono di fronte alla porta del Paradiso.

Da che parte vogliamo andare? Avete già un’idea?” fece Gesù.

Ho visto un posto che mi piace: si chiama Mondo” fece Francesco.

Sono d’accordo, ottima scelta!” rispose entusiasta Maria. E subito aggiunse: “Ma dove vorresti andare, esattamente?”.

A me piacerebbe tanto tornare ad Assisi” riprese Francesco. “Mi manca tanto!”.

Vada per Assisi!” fece Maria sorridendo più che convinta.

E tu, Gesù, che ne pensi?” chiese Francesco.

Ok per Assisi. Però proporrei di fare anche un salto a Gerusalemme. Almeno per dare un’occhiata alla situazione, che è disastrosa. Continuano a scannarsi, ad ammazzarsi; si menano anche tra cristiani”.

Ok, vada anche per Gerusalemme. E tu, Maria, hai delle preferenze?”.

Oh sì. Vorrei tanto andare a Medjugorje”.

Perché Medjugorje?”.

Beh, perché non ci sono stata mai!”.

II
– Assisi –


Santa Maria degli Angeli.

Maria è ammirata, Gesù incuriosito, Francesco perplesso.

Ma che è ‘sta roba?” mormora.

Come che è? Non è casa tua?” risponde Gesù.

Casa mia? Oh no, no di certo! Non è che abbiamo sbagliato strada? Io ricordo un grande prato con la Porziuncola in mezzo e intorno le nostre capannucce…. Cos’è ‘sta chiesa enorme e pacchiana?”.

Forza, entriamo” fa Maria.

Appena varcata la soglia si trovano di fronte alla Porziuncuola, la piccola chiesina medievale contenuta all’interno della maestosa basilica barocca. Francesco non riesce a trattenere le lacrime. Scoppia a piangere ridendo. “Non è bellissima?” ripete a Gesù e Maria.

Si dirigono velocemente verso la Porziuncola senza guardarsi intorno. Francesco prende ad accarezzare i muri della chiesa, commosso. Maria e Gesù osservano contenti e si additano l’uno all’altra le varie opere d’arte che li ritraggono.

Guarda Gesù, questa è la tomba di Pietro Cattani, io stesso ho dettato questa iscrizione…. e venite di qua, ecco, vedete: laggiù c’era l’infermeria. Allora era l’unico edificio in muratura. Ora ci hanno fatto una cappella. Qui è da dove sono partito per venire da voi!”.

Andiamo a vedere il convento” dice Maria dirigendosi verso la sacrestia della Chiesa.

Mentre si guardano intorno curiosi e un po’ disorientati viene loro incontro un frate di mezza età, dall’aria gioviale e l’accento partenopeo.

Benvenuti, fratelli!” dice osservando il loro insolito abbigliamento: Francesco indossa il suo vecchio saio logoro tenuto insieme dall’altrettanto logora cordicella; Gesù una tunica bianca e un manto celeste e – come Francesco – è a piedi scalzi; Maria, con una tunica marrone e il velo giallo, è l’unica a calzare sandali.

Venite da lontano, vero?” chiede curioso il frate.

Sì abbastanza lontano”.

Lasciatemi indovinare: siete indiani?”

No, siamo palestinesi. Io e lei” dice Gesù in un italiano dal marcato accento aramaico.

Io no, io sono di qui” aggiunge Francesco.

Italiano?”.

No, sono proprio di Assisi!”.

Davvero? Non ti ho mai visto da queste parti…”.

Eh, è tanti anni che sono lontano”.

Missionario?”.

In un certo senso”.

Ma appartieni a qualche comunità?” incalza il gentile frate, scrutandolo dalla testa ai piedi.

Sì, in effetti… sono un frate minore”.

Un frate minore?” esclama l’altro, con aria quasi scandalizzata, continuando a fissare il saio logoro del presunto confratello. “Qualche congregazione del terz’ordine, immagino…” aggiunge, cercando quasi una rassicurazione.

Beh.. sssì, diciamo, sì, siamo un gruppo… molto, molto piccolo. Abbiamo deciso di vestirci così per… per stare vicino ai poveri… ai poveri più poveri, sai… e.. beh, anche per recuperare un po’ lo spirito francescano delle origini…”.

Certo, certo, fate bene! – dice il frate allegramente – vi fermate a pranzo con noi? Oggi è venuto a trovarci padre Bruno che arriva proprio dalla Palestina! Vi sentirete a casa!”.


*


Il pasto è sobrio ma molto gustoso. E i frati gentili e simpatici. Francesco è molto soddisfatto, anche dei racconti di padre Bruno sull’opera che stanno svolgendo i frati minori a Gerusalemme. Lui, Maria e Gesù non vedono l’ora di andarci.

Mi dispiace, fratelli – fa padre Claudio sedendosi a tavola – ma abbiamo finito il vino. Peccato perché era buonissimo: sapete, lo fanno i nostri frati di Montefalco!”.

Jeshù… – dice Maria ammiccando al figlio – hanno finito il vino!”.

No, mamma, adesso non ricominciare, eh!”.

E’ un problema?” chiede preoccupato padre Claudio.

Penso che mio figlio debba dirti qualcosa” risponde Maria sorridendo.

Claudio guarda Gesù, visibilmente imbarazzato.

Sei sicuro che è finito?” dice Gesù.

Oh sì. Purtroppo sì. Mi dispiace molto, davvero”.

Magari non hai visto bene. Vuoi tornare a controllare meglio?”.

Claudio lo guarda interdetto. Ci tiene così tanto, quel palestinese, a un bicchiere di vino?

Controllare? – mormora educatamente – Posso controllare, certo, se ci tieni”.

Così – sorride Gesù – giusto per sicurezza. Ci avete talmente incuriosito, con questo vino…”.

Ok, vado a controllare”.

Il fraticello torna dopo due minuti, con due grosse bottiglie di vino rosso e un’aria stralunata. “Non so come mi fossero sfuggite! Ero sicuro di aver controllato bene! Beh, ora lo assaggerete! E sentirete quanto è buono… ecco, assaggiate! Ne prendo un bicchiere anche io… caspita! Caspita se è buono! Questa volta è venuto più buono del solito! E’ il miglior vino che abbia mai bevuto! Siete davvero fortunati, ragazzi!”.

*

Dopo pranzo, seconda, immancabile tappa: la basilica di San Francesco.

Che bello, che meraviglia!” grida, quasi saltellando, Francesco, mentre sale a grandi balzi la scalinata che dal piazzale inferiore porta al piazzale superiore. “Ma lo sapete che ai tempi miei, questo si chiamava il Colle dell’inferno? Perché qui giustiziavano i condannati a morte! E adesso si chiama Colle del Paradiso, e non è davvero un paradiso?” aggiunge additando a Gesù e Maria il prato di fronte al sagrato in cui siepi e fiori disegnano un grande Tau e la scritta “Pax”.

E’ proprio bella” soggiunge Maria, osservando la grande facciata della basilica.

Guarda che ti ha saputo costruire, il vecchio fra’ Elia” esclama il fraticello dando una piccola gomitata a Gesù. “Che dici? Glieli possiamo scalare, un centinaio di anni di Purgatorio, per questa meraviglia? Alla fine ci siamo presi Bonaventura, che me ne ha combinate ben di peggiori…”.

Eh, ma quello ce lo ha spedito su la Chiesa. L’hanno fatto santo subito; Elia, invece, l’hanno persino scomunicato…”.

E vabbé…” replica il Poverello allegramente dirigendosi verso il portone di ingresso della Chiesa. “Ma su Elia posso garantire io, visto che l’ho scelto personalmente. Su Bonaventura no!”.

Sono proprio curiosa di vedere il ciclo di Giotto” fa Maria. “Sono sette secoli che mi fa una testa tanta con questo suo capolavoro!”.

Appena entrato nella grande chiesa, però, il trio viene bloccato da un frate vestito di nero.

Ehi, voi! Così non potete entrare”.

Così come?”.

L’uomo li squadra con aria severa: “Andate a farvi una doccia e vestitevi decentemente: questo è un luogo sacro”.

Sacro?” replica Gesù basito.

Qui c’è Gesù!” sentenzia il frate.

I tre si guardano e scoppiano a ridere all’unisono.

Il frate nero con occhi di fuoco quasi li prende per le spalle accompagnandoli verso l’uscita. “Prego… da questa parte”.

Francesco si volta: “Ci sarebbe Gesù – e dà un’occhiata ammiccante al suo compagno di viaggio – se lo faceste entrare!”.

Il frate nemmeno lo guarda in faccia e continua a condurli verso l’uscita. Quando sono fuori della chiesa, Gesù – con sguardo severo – dice al frate: “Se tu sapessi con chi stai parlando ti inginocchieresti a terra piangendo”.

E certo – replicò sprezzante il religioso – lei non sa chi sono io. Eccone un altro! Ascoltate: la Caritas la trovate a San Rufino, arrivederci” e se ne andò.

Gesù è allibito, Maria basita. Francesco scoppia in un’altra fragorosa risata che coinvolge subito anche gli altri due.

E se glielo diciamo?” fa Francesco ridendo.

Diciamoglielo!” risponde Gesù.

Ragazzi, che avete intenzione di combinare, eh?” interviene Maria, ma Francesco è già rientrato nella Chiesa e subito il frate gli è venuto incontro, con aria decisamente bellicosa.

Io sono Francesco” dice solo, il nostro.

Piacere, io sono padre Enzo. Davvero non voglio essere scortese, ma vi prego di non abusare della mia pazienza. Vi ho già detto che in chiesa si entra con abiti confacenti. E’ una questione di rispetto”.

Non hai capito: io sono Francesco di Pietro di Bernardone. Sono il fondatore dell’Ordine religioso a cui tu appartieni. Sono l’uomo in nome del quale avete fatto tutto questo; sono la persona in nome della quale vuoi cacciarci via!”.

Ma certo – risponde il frate sarcastico – Come ho fatto a non riconoscerti subito? E lui, lui il capellone, con questa barba, beh, deve essere Gesù Cristo, no?”.

Gesù annuisce, sorridendo. “Esatto”.

E tu, tu chi sei, Santa Lucia?”.

No, io sono Maria”.

Ah certo, mi sembra giusto. Mancava la vergine Maria”.

No, veramente non sono vergine. Ho fatto sette figli. Sta scritto anche nel Vangelo”.

Ah, bene, pure blasfemi!” grida padre Enzo. “Fuori di qui prima che chiamo la polizia, capito? Fuori!”.

I tre si allontanano senza dire niente. La voglia di vedere il resto della città è passata a tutti.

“Come è che dici, Francesco, tu? Ivi è Perfetta letizia!”

Francesco ride. “Andiamo a Gerusalemme?”.

Andiamo a Gerusalemme” risponde Gesù.


III

– Gerusalemme –


La città tre volte santa. Il luogo dell’anima di ogni ebreo. La terra che aveva visto la passione, la morte e la resurrezione del Figlio dell’Uomo.

Non ci crederete, ma persino Gesù si è emozionato, di fronte al Muro del pianto, l’ultimo frammento rimasto in piedi del Tempio di Erode, dietro il quale svetta la cupola dorata della Moschea di Omar, il più antico edificio di culto islamico, costruito appena sessant’anni dopo la morte del Profeta.

In fondo erano duemila anni che non tornava, in carne e ossa, nella terra della sua missione, nel teatro del suo Vangelo.

Maria ha le lacrime agli occhi, Francesco quasi trema: sta realizzando il sogno di una vita. Quanto aveva desiderato, venire qui… e ora non solo è in Terra Santa, finalmente, Ma c’è venuto nientemeno che in compagnia di Gesù e di Maria!

Chi ha detto che la vita eterna non può riservare sorprese?

Documenti, prego”.

Un soldato israeliano si è piantato di fronte a loro.

Documenti?” si ripetono smarriti, i tre.

Ehm… mi sa che li abbiamo lasciati in albergo”.

Il soldato li guarda sospettoso, scrutandoli dalla testa ai piedi, come se una bomba dovesse sbucare, da un momento all’altro, da una delle loro tuniche.

Siete palestinesi?”.

Beh… sì, si siamo palestinesi” risponde Maria.

Dovete darmi i vostri documenti” incalza il soldato.

Siamo palestinesi, ma siamo anche ebrei” aggiunge Gesù.

Cosa? Siete ebrei o siete palestinesi?”.

Siamo palestinesi ebrei”.

Palestinesi ebrei? Ma che significa? Siete arabo-israeliani?”.

No… non siamo arabi, siamo ebrei palestinesi”.

Siete musulmani? Cristiani?”.

Beh… – disse Maria – in qualche modo siamo cristiani, in effetti”.

Siamo ebrei” chiude Gesù.

Ebrei – ripete in ebraico – Figli di Abramo, Isacco e Gioacobbe, della casa di Davide”.

Il soldato cambia atteggiamento, guardandoli con più rispetto. “Beh… va bene, però… dovrei vedere i vostri documenti” dice.

Jeshù, i documenti!” fa Maria.

Gesù fa un sospiro. “Francesco – dice in italiano – guarda nella tua tasca, forse sono lì”.

Francesco, che non ha capito niente di quanto è stato detto fino a quel momento, ravana nella piccola tasca cucita nel suo saio ed estrae un passaporto italiano e due carte di identità israeliane.

Il soldato li esamina.

Giovanni di Bernardone… italiano? Uhm… Jeohshua Bem Josef… ah, sei di Betlemme… Myriam Bem Joachim, nata a Nazaret l’8 dicembre del… del -22?”.

I tre si guardano imbarazzati. Il militare osserva meglio anche l’altra carta di identità.

E tu… tu saresti nato nel -7?”.

Deve esserci un errore di stampa…” balbetta Gesù.

Questi documenti sono contraffatti” esclama il soldato. “Dovete seguirmi in caserma”.

Aspetta – fa Gesù – aspetta. Credo tu abbia letto male. Leggi meglio”.

Il militare guarda di nuovo Gesù con aria torva. Poi getta ancora lo sguardo sulla carta di identità.

Qui c’è scritto che sei nato nel… 1975? Hai ragione… vi chiedo scusa. Deve essere il caldo, e anche la tensione. Sapete qui gli attentati dei kamikaze sono all’ordine del giorno. Andate pure”.

Fammi capire, Gesù” dice Francesco non appena il soldato si è allontanato. “Tu saresti nato nel 7 avanti Cristo?”.

Già”.

Cioè, saresti nato sette anni prima di nascere? Cos’è, un miracolo?”.

No, Francé, è solo un calcolo sbagliato. Quando hanno inventato il calendario hanno fatto male i conti!”.


*


La basilica del Santo Sepolcro.

Questo è il Golgota? – esclama Francesco – e dove è la montagna?”.

Nessuna montagna – risponde Gesù – qui non troverai nessun luogo della mia vita intatto come era allora. Ci sono solo chiese. Chiese su chiese”.

Francesco appare deluso.

Qui hanno messo insieme tutto: c’è il luogo della crocifissione, della deposizione e anche il sepolcro. Tutto nello stesso complesso”.

Entrano nella maestosa basilica guardandosi intorno meravigliati.

La cura di questa chiesa se la dividono cattolici, ortodossi armeni, copti, siri ed etiopi. Ognuno ha i suoi orari per le messe, e se sgarra anche di solo un minuto perde il diritto a celebrare. E ognuno ha i suoi spazi. Ogni tanto vengono anche alle mani, perché ciascuna confessione cerca di rosicchiare qualche centimetro in più del suo spazio. Ci sono persino dei guardiani che controllano che nessuno, di notte, sposti i tappeti per allargare l’area di sua competenza”.

E noi a quale messa andiamo?” chiede Maria. “Quella cattolica, quella ortodossa o quella copta?”.

Ah, io sono cattolico!” dice Francesco.

Tu sì, ma noi? Che siamo?” fa Maria.

A ma’ – dice Gesù – io a messa non ci vado, oggi. Peraltro non è nemmeno domenica”.

Francesco sembra ammirato ed emozionato per quella visita; Maria, invece, non nasconde il suo disappunto.

Senti, figlio mio – dice – io sinceramente mi trovo molto a disagio. Tutti questi dipinti, queste statue… ma cosa c’entrano con noi? Cosa c’entra questo enorme baraccone con la nostra religione? Non ha niente a che fare né con la sinagoga né con il Tempio”.

Beh, è normale, mamma. Noi siamo ebrei, loro invece sono pagani”.

Cosa?”.

Le chiese cristiane sono fatte su modello dei templi romani. Vedi quella laggiù, mamma? Quella non sei tu: è Minerva, la sede della Sapienza. E quello là? Non è Dio padre: è Giove – o Zeus, come lo chiamavano i greci. E quello è Marte, quell’altro è Saturno. Gli hanno solo cambiato i nomi, ma hanno lasciato intatta la loro religione. Per questo non c’entra nulla con la nostra”.

Ma allora a cosa è servito tutto?” fa Maria delusa.

Dicono che Costantino ha portato il cristianesimo nell’impero. E invece ha fatto il contrario: ha portato l’impero nel cristianesimo. Non ha cristianizzato i pagani, ha paganizzato i cristiani”.

Beh, beh, però aspetta un attimo, Gesù” interviene Francesco. “Capisco la tua severità. Però non ti dimenticare che se non fosse stato per il crocifisso di San Damiano, io ancora andavo dietro ai sogni di nobiltà e a quest’ora non ero qui con te”.

Saranno pure pagane, le nostre chiese – aggiunge – ma io è in una chiesa, che ti ho incontrato!”.

Intanto sono usciti dalla basilica, e stanno assistendo alla singolare cerimonia di chiusura del santuario.

Ma che fanno?” chiede Francesco.

Per evitare litigi tra le comunità cristiane che gestiscono la chiesa – spiega Gesù – sin dal medioevo le chiavi del santuario sono affidate a un musulmano. Vedete, è quello che sta salendo adesso la scala per chiudere a chiave il portone. Siccome nemmeno il musulmano può avere il potere di aprire e chiudere il santuario, guardate cosa fa adesso: dopo aver chiuso a chiave il portone restituisce la scala a pioli, passandola ai monaci attraverso una fessura. In questo modo, fino a domani mattina, né il musulmano, né i cristiani potranno aprire la porta del santuario autonomamente”.

Interessante!” esclama Francesco.

A me sembrano matti” commenta Maria.

Andiamo a Medjugorje?” chiosa Gesù.


IV

– Medugorje


Medjugorje è una piccola chiesa immersa in un villaggio di negozi di souvenir.

E’ una comunità croata nel mezzo della Bosnia-Erzegovina. E’ un’isola cattolica in un paese islamico, un centro di resistenza cristiana in un paese governato per cinquant’anni da una dittatura comunista.

Fa un effetto un po’ straniante a Francesco, Maria e Gesù, perché quel luogo – a primo impatto – non assomiglia per niente ad un santuario. Ha, piuttosto, l’aria di una grande fiera di paese.

Camminano lungo le larghe strade asfaltate di quel piccolo villaggio e vedono solo chioschi, negozi, negozietti, bancarelle più o meno precarie, in cui si vendono statue della Madonna, icone, medagliette, rosari, braccialetti di lattice, collanine, libri, dvd, cd, crocifissi, immaginette sacre ma anche liquori alle erbe, anelli, miele, bastoni da passeggio, fichi secchi, radioline, fazzoletti di stoffa con sopra stampata l’immagine della Madonna.

Solo di tanto in tanto si scorge qualche abitazione, un ristorante, un alberghetto, la sede di qualche associazione di beneficenza, o un centro di accoglienza per persone in difficoltà, generalmente gestito da italiani.

L’attenzione di Francesco, però, più che dagli edifici, è catturata dal panorama. Svettano, nella pianura, piccole colline rocciose di terra rossa. Maria, invece, si ferma in tutte le bancarelle, osservando divertita le statuine e i quadretti: “Non è mica giusto, però – dice – i vostri, tanto tanto un pochino vi somigliano, ma guardate qua: non ce ne è una, di immagine che mi raffiguri, che ricordi almeno vagamente il mio aspetto!”.

Gesù però non ride: anzi, è visibilmente contrariato. “Dovrebbe essere un luogo di fede – sbotta – e ne hanno fatto una spelonca di ladri!”.

Francesco istintivamente lo trattiene, temendo che faccia una scenata. Maria invece gli dice, quasi severa: “Figliolo mio, questi non sono ladri: è semplicemente gente che ha trovato un modo di vivere. Guardati attorno: non c’è niente. Era un paese di poveri contadini che morivano di fame e grazie alla religione è diventato uno splendido centro commerciale. Che c’è di male, in fondo?”.

Erano poveri e sono diventati commercianti – soggiunge Francesco – Io ero commerciante, e sono diventato povero. Forse allora sono io che non ci ho capito niente, della vita!” ride.

Arrivano alla chiesa di San Giacomo. Nel piazzale antistante una statua della Madonna ricorda le apparizioni, che avvengono ininterrottamente da trent’anni.

A sinistra della chiesa c’è una sorta di bungalow dove si svolgono le confessioni: decine e decine di persone in fila, divise per gruppi linguistici, aspettano il proprio turno, mentre altri confessori sono disseminati intorno alla chiesa, all’aperto.

Sul retro dell’edificio è stata allestita una tensostruttura con un altare dove si celebra il rosario, la messa e l’adorazione. Una folla sterminata riempie il grande prato intorno all’altare. Nelle prime cinquanta-sessanta file ci sono delle panche, poi solo il verde dove la gente è accampata alla bell’e meglio: in molti si sono portati delle sedie pieghevoli, altri sono seduti a terra. E’ la folla più grande che abbiano mai visto riunita in preghiera. Roba da fare invidia alle Giornate mondiali della gioventù.

Quasi tutti i presenti indossano degli auricolari dove viene trasmessa – via radio – la traduzione nella loro lingua della messa, celebrata in latino e croato ad eccezione del Vangelo, letto in cinque lingue diverse.

Penso che nemmeno al mio discorso della montagna ci sia stata tutta questa gente” mormora Gesù, ammirato.

Dopo la messa, decidono di vedere la statua del Cristo Risorto, che si trova in un angolo del grande piazzale.

Vedete là, la montagna con quella croce?” dice Francesco mentre si dirigono verso la scultura. “Un tizio mi ha detto che se fai una foto in quella direzione, quando vai a rivedere l’immagine qualche volta compaiono figure strane. E poi dice che qui ogni tanto il sole comincia a roteare, o a lampeggiare – non ho capito bene”.

Arrivano alla grande scultura e vengono subito colpiti per la sua bellezza e la sua originalità: raffigura un crocifisso senza croce, che si solleva da una sorta di grande stampo concavo che porta la sua stessa forma.

Ai piedi della statua c’è un piccolo gradino in legno e una lunga fila di persone aspetta di salirci per toccare le ginocchia del simulacro e strofinarci sopra dei fazzoletti.

Ma che fanno?” chiede Maria.

Francesco si avvicina all’ultimo della fila e rigira la domanda.

Dalla statua – gli risponde il giovane pellegrino – esce un olio miracoloso”.

Francesco fa cenno a Maria e Gesù di raggiungerlo e spiega loro la questione. Si mettono tutti e tre in fila.

Ogni tanto si sente qualche voce di protesta, qualcuno che grida ai primi della fila di sbrigarsi, di non metterci così tanto tempo perché c’era gente che aspetta. Un uomo, proprio davanti a Francesco, mentre fa la fila spedisce degli sms con il telefonino.

Io non ho il fazzoletto” dice, guardandosi attorno, Maria. “Si comprano nei negozi” le risponde il giovane pellegrino italiano.

Quando arriva, finalmente, il suo momento, Maria accarezza con la mano il ginocchio della statua del figlio. Si volta verso Francesco, che è dietro di lei e scuote la testa, poi scende dalla scaletta e si allontana. Francesco ripete lo stesso gesto e prima di allontanarsi guarda Gesù facendo spallucce.

Infine, viene il turno dell’uomo rappresentato nella scultura: Gesù tocca lentamente il ginocchio della statua, la caviglia, la gamba, la coscia e qualsiasi altro punto dove riesce ad arrivare con la mano. E’ tutto completamente asciutto.

Si volta verso il pellegrino che è dietro di lui: “Ma qui non c’è niente!” dice.

Il pellegrino lo guarda con un’aria tra il severo e il compassionevole: “Perché tu non hai fede” dice.


*


Seconda tappa del pellegrinaggio è la via Crucis sul Monte Križevac,

Lo scenario è suggestivo e manda in visibilio Francesco.

Roccia su roccia, terra rossa, alberi verdi. Ogni stazione è segnata da una croce e un bellissimo bassorilievo scolpito da uno scultore italiano. I pellegrini si fermano leggendo un passo del Vangelo e il commento scritto da Vicka, una delle veggenti; poi recitano il Padre nostro e l’Ave Maria chiudendo la piccola celebrazione con un canto.

Nessuno, questa volta, bada ai nostri tre turisti, perché sono in tanti a fare tutta la Via crucis scalzi. Gesù e Francesco, invece, più di una volta rimpiangono i sandali. Ad un certo punto, tra il serio e il faceto, Francesco chiede ad una coppia di pellegrini scalzi che tengono i sandali legati allo zaino potrebbero prestarglieli per il tragitto. “E’ dura, lo so – risponde l’uomo ridendo – Non sei abituato, vero?”.


*

In cima alla montagna c’è una grande croce in pietra piena di scritte fatte a pennarello, di bigliettini, di ex voto, e di ogni sorta di traccia lasciata dai pellegrini in trent’anni.

Nel tragitto hanno familiarizzato con una coppia di giovani pellegrini umbri, che si sono uniti a loro nella preghiera alle varie stazioni. “Presto – fa il ragazzo appena arrivati in cima alla montagna – torniamo giù: forse facciamo in tempo a prendere il veggente delle quattro e mezza”.

Di fronte agli sguardi meravigliati del nostro trio, il ragazzo spiega che alle 16.30 è prevista l’apparizione della Madonna a Mirjana, e che se si sbrigano a tornare forse riescono a partecipare.

Davvero? Ci piacerebbe molto” fa Gesù incuriosito.

Voi non avete prenotato, vero?” aggiunge il giovane, un po’ perplesso.

No”.

Beh, non so se vi faranno passare. Però oggi l’apparizione è all’aperto, quindi comunque magari da lontano riuscite ad assistere”.

Affrettano dunque il passo tutti e cinque, percorrendo un sentiero diverso – più impervio – di quello fatto all’andata.

Mentre affrontano la difficile discesa, aggrappandosi a rami e rocce per non scivolare, dietro un cespuglio sbuca la sagoma di una vecchina che vende rosari.

Maria e Gesù osservano curiosi il giovane pellegrino mentre ne acquista un paio davvero kitsch: uno bianco e uno rosa shocking.

Ma cosa ci faceva qui? – osserva Francesco, dopo che, completato l’acquisto, il quintetto ha ripreso il cammino – all’inizio della via Crucis c’era scritto che è vietato vendere e comprare oggetti lungo tutto il percorso!”.

Quella – gli sussurra il ragazzo in un orecchio – sembrerebbe che sia la Madonna”.

Cosa?”.

Sì. Nessuno al villaggio la conosce, eppure sta sempre qui, ma puoi incontrarla in qualsiasi punto del percorso. Magari la vedi alle pendici del monte e quando arrivi in cima lei è lì, con i suoi rosari. Mi hanno detto che una volta un tipo ha comprato il rosario, poi si è voltato e lei non c’era più. Sparita nel nulla”.

Davvero? – fa intrigato il fraticello – allora voglio andare a vedere!” e corre subito indietro.

Ritrova la vecchietta nello stesso posto. Compra anche lui due rosari: uno bianco e uno rosa. Poi raggiunge correndo il gruppo.

Allora?” fa il ragazzo umbro.

In effetti non c’era più!” esclama Francesco tra gli sguardi stupiti dei presenti. “Però – aggiunge – ce ne era una identica, che vendeva gli stessi rosari!”. E così dicendo estrae le due catenine consegnandone una a Maria e una a Gesù.

*

Tornati in paese seguno la coppia di giovani umbri verso le pendici di un altro monte, il Podbrdo: quello dove, secondo la tradizione, la Madonna è apparsa la prima volta ai sei veggenti, il 24 giugno del 1981.

Un’enorme folla si è radunata attorno a una piccola statua della Vergine. “Qui la Madonna appare una volta al mese a Mirjana” spiega il ragazzo.

Mirjana è una donna bionda, sui quarantacinque anni, con gli occhi azzurro cielo. E’ in prima fila di fronte alla statua. Tiene le mani giunte e recita il rosario insieme a tutti gli altri. All’improvviso alza lo sguardo e smette di pregare. Subito si sentono delle voci invitare al silenzio. La recita del rosario si interrompe e la grande folla piomba in un silenzio mormorante.

Mirjana apre le braccia con lo sguardo in estasi, poi giunge nuovamente le mani e continuando a guardare verso il cielo con un grande sorriso, inizia muovere le labbra, senza che alcun suono esca dalla sua bocca.

Ma che fa?” mormora Francesco.

E’ un miracolo” risponde un uomo, in piedi vicino a lui. “Solo lei – aggiunge – può sentire quello che dice la Madonna, e solo la Madonna può sentire quello che dice lei!”.

Mirjana continua a muovere le labbra, annuendo con aria commossa. Nell’aria si sente solo il pianto di qualche bambino e i sospiri della veggente. Maria la osserva esterrefatta.

Dopo cinque minuti la donna abbassa la testa, si mette le mani sul volto e si fa il segno della croce. Un uomo con un quaderno in mano si avvicina a lei e inizia a scrivere quello che la veggente – che sembra molto provata dall’esperienza – gli detta sottovoce, mentre la folla ha ricominciato a recitare il rosario.

Mentre l’uomo continua a scrivere, Mirjana sorseggia una bottiglietta d’acqua che un prete gli ha passato, poi continua il dettato.

Finito di scrivere, l’uomo dà lettura del messaggio in lingua croata, poi dice in italiano: “La Madonna ci ha dato il messaggio, questo sarà una traduzione non corretta completamente. Quella corretta completamente troverete nell’ufficio informazioni durante la giornata o domani mattina più tardi.

Più o meno la Madonna ha detto: Cari figli, oggi vi invito a cominciare insieme a me nei vostri cuori a costruire il Regno dei Cieli, a dimenticare ciò che è personale e, guidati dall’esempio di mio Figlio, a pensare a ciò che è di Dio. Che cosa Lui desidera da voi? Non permettete a Satana di aprirvi le strade della felicità terrena, strade in cui non c’è mio Figlio. Figli miei, sono false e durano poco. Mio Figlio esiste. Io vi offro la felicità eterna e la pace, l’unità con mio Figlio, con Dio, vi offro il Regno di Dio. Vi ringrazio. La Madonna ha benedetto tutti i presenti, tutti i religiosi, e di nuovo ci ha invitato di pregare per i nostri sacerdoti, dicendo con loro vincerò”.

Finita la lettura, ricomincia la recita del rosario.

L’anima mia magnifica il Signore – recita, istintivamente, Francesco – e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore. Perché ha guardato all’umiltà della sua serva tutte le generazioni mi chiameranno beata. Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri dei loro cuori; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

Gesù sorride ascoltando Francesco, poi dice alla madre, divertito: “Certo mamma, che in duemila anni hai avuto un tracollo: prima parlavi come una profetessa rivoluzionaria, adesso come una suora bigotta!”.

Maria, sconvolta e indispettita, corre verso Mirjana, facendosi largo tra la folla. Le si pianta davanti e dice: “Io sono Maria!”.

Ciao, Maria” risponde sorridendo Mirjana.

Io e te dobbiamo parlare”.

Mi dispiace, cara, ma ci sono tante persone che vogliono parlare con me. Dovrai aspettare. Intanto prega il rosario. Così ci raccomanda di fare la Madonna”.

Maria sbuffa, emette un sospiro, poi fa: “Sono io la Madonna! Sono la persona con cui dici di parlare da trent’anni!”.

Mirjana la guarda con aria severa, poi dà un’occhiata ad uno dei suoi collaboratori, come a dire: “Portatemela via”.

Maria si volta e se ne va borbottando, ma viene subito fermata da un pellegrino polacco. “Tu… tu sei Maria? Sei la Vergine Maria?” grida.

Arifacce con questa storia della vergine!” sbotta lei.

Una piccola folla le si è radunata subito attorno. Come un’onda in pochi minuti si è sparsa la voce che la Vergine si è resa visibile a tutti. Che per la prima volta tutti possono vederla e parlarci.

Sente addosso i flash delle macchine fotografiche, decine di voci che chiedono, chiedono, chiedono…

Dacci un segno, dacci un segno che sei veramente tu” dice uno.

Fai ruotare il sole!” fa un altro.

Maria! Maria! Che cosa dobbiamo fare? Cosa dobbiamo fare?” grida una donna.

Avete il Vangelo!” risponde lei, mentre sente addosso delle mani che le strappano la veste. “Leggete il Vangelo! C’è tutto quello che vi serve!”.

Una valanga di scatti fotografici, di mani avide di reliquie, di voci continuano a tormentarla finché si sente strattonata via. Francesco e Gesù l’hanno liberata dalla morsa della folla e la portano via correndo lontano.

Quando sono al riparo, nascosti dietro un grosso albero, si guardano l’un l’altro esterrefatti.

Gesù, qui è davvero un gran casino! Forse dovresti rivelarti” fa Francesco.

Hanno il Vangelo e le Sacre Scritture. Se non credono al Vangelo, non crederanno nemmeno a me”. “La cosa migliore che può accadermi se mi rivelo oggi – aggiunge sarcastico – è un contratto di esclusiva con Porta a porta. Questa generazione perversa e adultera chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona”.

Poi leva il dito verso le nuvole, e scrive nel cielo, come si scrive con le dita su un vetro appannato:


Chi non crede a niente, finirà per credere a tutto
.

Ora questa gente griderà al miracolo, mentre altri cercheranno di spiegare il fenomeno scientificamente. Ma nessuno, nessuno leggerà quello che c’è scritto” dice amaro. “Andiamocene questo nostro viaggio non è servito a niente”.

Non te la prendere, Jeshù” soggiunge Maria sorridendo. “A cosa doveva servire? Te lo sei dimenticato? In fondo, era solo una vacanza!”.

E ripartono: destinazione Paradiso.


FINE


Vacone, 15-17 agosto 2011

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