IL RITORNO DELLA BIRRA MAGALOTTI

 

Un’idea nata quasi per caso, chiacchierando tra amici;  un sogno po’ folle ma inseguito con tenacia ed entusiasmo, che oggi è diventato una realtà.

Quello di produrre la prima birra tutta ternana, resuscitando un marchio storico: quello della Magalotti, gloriosa marca che risale addirittura al 1845, e che da un paio di mesi è tornata in commercio grazie alla passione di tre giovani imprenditori: Fausto Lombardini, Andrea Goracci e John Henry Thomas Lolli.

“Siamo amici sin dall’infanzia – spiega Goracci, che di lavoro fa lo chef in un agriturismo – e ci siamo sempre domandati perché a Terni esiste una via chiamata Vico della birreria’”. E’ una domanda che probabilmente si sono fatti in molti, visto che vico della birreria si trova in pieno centro, a due passi da via Cavour. Nessuno, però, aveva deciso di andare fino in fondo come hanno fatto i tre amici, iniziando una lunga ricerca storica.

“Alla fine abbiamo trovato una vecchia edizione Alterocca dove si pubblicizzava la Birra Magalotti, e abbiamo pensato, quasi per gioco, di riportarla in vita”. Il gioco, però, si fa subito serio: i tre studiano i registri della Camera di Commercio, cercano gli eredi dei Magalotti e infine decidono di costituire una società – la Biemme 1845 – che registra nuovamente il marchio. Siamo nel 2000 e il progetto è ancora lontano da concretizzarsi.

“Abbiamo preparato il progetto di un tipo di birra che rispettasse la ricetta originaria e si accostasse quanto più possibile ad una birra prodotta tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Era importante trovare il modo di produrla in modo artigianale, anche se era improponibile l’idea di mettere in piedi una fabbrica”. Il progetto comincia quindi a girare le varie case produttrici, anche italiane, inizialmente senza risultati. “Non era facile trovare un partner interessato, anche perché noi facciamo questo per passione e non per guadagno, quindi era importante che il prodotto finale fosse fedele all’idea che ci guidava”. Alla fine a farsi avanti è un’azienda austriaca, la Eggenberg di Vorchdorf, fondata nel 1681. “Karl Stohr, il proprietario, si è entusiasmato per la nostra idea. D’altra parte lui poteva capirci, visto che la sua famiglia gestisce la Eggenberg da 200 anni e la produce in un antico castello”.

Il primo assaggio – in Austria – risale a tre anni fa, mentre il debutto ufficiale lo fa a Marmore, in una festa alla Rocchetta. Oggi la Magalotti si può bere in diversi locali della città ma anche in tre ristoranti di Spoleto e in qualcuno a Roma. Ma il sogno non è ancora finito: “Il nostro obiettivo è ora quello di coprire tutta la regione e farla diventare una birra regionale: la birra dell’Umbria”.

 DALLA FABBRICA IN VICO DELLA BIRRA AL CASTELLO AUSTRIACO

La produzione della birra Magalotti inizia nel 1845, in pieno centro storico, nella palazzina in quello che si chiama ancora oggi Vico della birreria, ed è tra le più antiche italiane. E’ infatti la prima a nascere in Umbria e la seconda in Italia, tra quelle attualmente in commercio. Oltre che birra, la famiglia Magagotti produce acqua minerale, gassosa e ghiaccio, che vengono poi vendute a domicilio, girando la provincia con un carretto trainato da cavalli. Grazie alla qualità delle sorgenti umbre, la Magalotti diventa una delle birre più apprezzate del territorio. La sua storia si conclude però novanta anni dopo, nel 1936, a causa delle leggi imposte dal regime fascista su pressione dei viticoltori; leggi che impongono tasse salatissime su tutti i prodotti che servono ad ottenere alcool. “Era un periodo – spiega Goracci – in cui in Italia c’erano molte fabbriche di birra, a discapito del vino”. Il regime impone poi, per la produzione di birra, l’utilizzo del riso, che costa molto più dei cereali usati abitualmente: il risultato è la chiusura dell’80% delle fabbriche italiane. Tra queste c’è anche la Magalotti, di cui non rimane praticamente più traccia in città, anche perché la famiglia che la produce – originaria di Collestatte – si estingue.

Settantuno anni dopo la birra Magalotti torna in commercio, mantenendo la sua identità ternana: oltre alla società che la produce, infatti, è ternana anche la distribuzione – la Trilocali di Alberto Piervisani – e sono ternani i primi locali che hanno iniziato a servirla, come il caffè Cavour di Andrea Di Geraci, in cui la Magalotti si può bere dalla scorsa estate. Attualmente la birra è disponibile solo alla spina, in due varianti: la Pils (5,1% di volume) e la Bock (7,1%);  due birre bionde maturate lenteamente con il metodo dell’alta fermentazione.  Non è esclusa, per il futuro, la messa in commercio anche in bottiglia. Intanto la Magalotti è diventata la fornitrice ufficiale della squadra di Rugby di Terni, nata appena un anno fa.

(da Il Giornale dell’Umbria del 28 ottobre 2007)

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2 commenti su “IL RITORNO DELLA BIRRA MAGALOTTI

  1. DellaRocca il said:

    Dio quanto mi appassionano queste storie… se non altro perché sono un “divoratore” di birra…

    Tienimi informato,

    Giulio

  2. bella la storia e spero di bere presto questa birra,sono curioso, anke perche’ sono un magalotti…..

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