IL MIRACOLO (DI BONO VOX)

E’ ormai più di un mese che ascolto tutti i giorni lo stesso disco. E confesso che ancora non mi ha stancato.

E pensare che c’è ancora qualcuno che sostiene che gli U2 siano finiti con Jeoshua Tree.
Ma a dispetto degli snob a tutti i costi, a dispetto di quasi 35 anni di straordinaria carriera, a dispetto anche dal deludente “No line on the horizon” e dall’inutile singolo di marzo “Invisibile”. A dispetto di tutto, SON GS OF INNOCENCE è, a mio parere, addirittura il migliore album degli U2 in assoluto. Ora me li sto riascoltando tutti, per verificare se dico il vero, e devo dire che forse solo “Achtung Baby” aveva raggiunto fino ad oggi certi vertici.

So ngs of innocence (non è un errore, si scrive proprio così) è potente, diretto e orecchiabile come How to dismantle an atomic bomb di dieci anni fa, e al tempo stesso ricercato e profondo come i lavori migliori del quartetto irlandese. Oltre che intenso e impegnato nei testi che raccontano la giovinezza di Bono e soci nell’Irlanda degli anni ’70: la scoperta della musica dei Ramones, ma anche le bombe e la guerra civile.

Ci hanno messo tanto, a fare questo disco. Proprio tanto: cinque anni sono passati dall’ultimo album, ma erano almeno un paio che stavano in studio di registrazione: le canzoni hanno subito mille evoluzioni, ma ne valeva davvero al pena.

Al di là della critica musicale, però, che non sono competente per fare e che tutto sommato nemmeno mi interessa molto, quello che più mi commuove e mi colpisce profondamente, è vedere quattro cinquantenni che stanno insieme da quasi quarant’anni e che non solo hanno ancora così tanto da dire ma che si divertono ancora da matti a suonare. Bastava guardare Bono e The Edge da Fabio Fazio (ma anche da David Letterman e dovunque vanno): il fatto stesso che il più grande gruppo rock al mondo non solo si esibisce sempre rigorosamente dal vivo, ma che si presenta in studio con una semplice chitarra acustica e si mette a suonare sul divano come due amici qualsiasi, violando qualsiasi regola di mercato ma anche la solennità che si richiede ad una rockstar.

Si divertono davvero a suonare. Non a caso solo L’UNICA band che è riuscita a mantenere per tutta la sua carriera la stessa formazione. Se pensiamo che i Beatles sono durati 8 anni, che i Pink Floyd hanno cambiato addirittura 3 leader, i Genesis hanno perso tutti i frontman, i Queen sono finiti per diventare un marchio vuoto, i Rem hanno perso un pezzo per strada e poi si sono sciolti, i Duran Duran hanno mutato pelle cinque volte e i Rolling Stones hanno mantenuto il “cuore” ma cambiato tutti gli altri componenti, allora fa ancora più impressione pensare che gli U2 non solo stanno insieme da 38 anni, ma – caso unico – sono sempre loro: Bono, The Edge, Larry e Adam. Che, in fondo, non si sono mai montati la testa.

https://www.youtube.com/watch?v=VtlxUAOm6kY

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