IL CONSIGLIO COMUNALE IDEALE

Non si era mai visto un Consiglio comunale così ordinato, veloce ed efficiente come quello che si è riunito ieri pomeriggio a Palazzo Spada.

Nessun consigliere che legge, nessuno che telefona, che fuma, che passeggia, nessuno che chiacchiera, nessuno che entra ed esce dalla sala, nessuno che grida, nessuno che insulta, nessuno che polemizza. E, cosa più stupefacente, tutti ascoltano tutti.

Non solo, ma gli assessori rispondono sempre nel merito delle interpellanze, i consiglieri propongono senza  accusare, e tutti parlano solo ed esclusivamente della città lasciando a casa la politica, tanto da rendere impossibile riuscire a capire chi sta nella maggioranza e chi nell’opposizione. Insomma, davvero un Consiglio comunale ideale. E infatti è finto. Consiglieri e assessori sono studenti di quindici anni e la simulazione non è altro che la prova finale del corso sugli enti locali organizzato dal Liceo Galilei in collaborazione con il Comune, che prevede dieci ore di educazione civica e coinvolge ogni anno due classi del biennio.

“Vogliamo che i ragazzi sappiano come funzionano Comune e Provincia” spiega l’insegnante e consigliere comunale Dario Guardalben, che ha ideato  il corso tre anni fa.

Eletti presidente dell’assemblea e assessori, e divisi in gruppi consiliari da nomi improbabili come “Liberty”, “La Rocca”, “Blu” o “M&F”, i ragazzi hanno redatto personalmente i testi di interpellanze, mozioni e atti di indirizzo che poi in Consiglio sono stati presentati e votati. Atti che non solo fanno riferimento a reali questioni cittadine come la gestione della Stagione di Prosa, il cinema all’aperto alla Passeggiata, i lavori sulla Terni-Rieti, la piscina dello stadio, l’inquinamento da inceneritore, il mercato coperto e persino la scottante questione dei campi nomadi, ma propongono anche soluzioni che forse gli amministratori reali farebbero bene ad ascoltare.

Insomma questi ragazzi sembrano già pronti per sedere sui banchi di Palazzo Spada e risolvere i problemi della città. Peccato  che se vorranno farlo veramente, dovranno passare per un partito politico.

(da Il Giornale dell’Umbria di giovedì 31 maggio 2007)

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