Si commuove, Francesco Valli, a rievocare cinquant’anni di amicizia con Renato Brogelli, scomparso martedì pomeriggio a 92 anni. Insieme sono diventati il simbolo e la leggenda del teatro dialettale ternano: commediografo Brogelli, attore-mattatore Valli, hanno dato dignità al dialetto e portato la cultura ternana nel mondo. “Abbiamo girato tutta Italia, da Trapani a Pordenone fino al Parioli di Roma, ma siamo stati anche in Francia, dove abbiamo partecipato a un seminario sui dialetti all’Università di Nantes. E poi le commedie di Renato sono state tradotte in siciliano e in molti altri dialetti”.
“Eppure – ammette con amarezza l’attore – è proprio nella sua città che l’opera di Brogelli non ha ricevuto i dovuti riconoscimenti. Una cosa vergognosa. E’ proprio vero che nessuno è profeta in patria”.
Perché?
“Forse perché non era politicizzato, ma non è stato mai valorizato. Pensi che solo recentemente alla nostra compagnia teatrale è stata assegnata una sede, nei locali della circoscrizione Tacito. Per anni siamo stati costretti a fare le prove ogni volta in un posto diverso: una sera si andava a San Francesco, un’altra a Sant’Antonio. Più che a teatro sembrava di andare a fare i sepolcri!”.
Quando vi siete conosciuti?
“Nel 1957. Io ero un ragazzetto e lavoravo in un negozio di alimentari, lui era dipendente della Bosco, e una volta mi chiese se volevo provare a recitare. Lo spettacolo si chiamava La pensione della sora Camilla e io avevo una sola battuta, che ancora ricordo: “Ma lo sai che si’ un bello garofalo?”. La gente rise tanto, e da allora cominciò un’avventura che continua ancora oggi”.
Cosa ha rappresentato per lei Renato Brogelli?
“Un grande maestro. A lui devo tutto: mi ha letteralmente forgiato. Lavorare con lui era bellissimo perché ti cuciva addosso il personaggio”.
Quale è, tra i tanti che Brogelli ha scritto per lei, il personaggio a cui è rimasto più legato?
“Senza dubbio quello con cui la gente continua ad identificarmi è Lu paciarellu de Boccaporcu. L’abbiamo messo in scena 870 volte! Ma non credo sia stato il suo lavoro migliore: quella è una farsa e lui era un grandissimo commediografo. Con Focu de paja abbiamo vinto un premio anche lo scorso agosto, al festival di Ascoli Piceno”.
Come era Brogelli a teatro?
“Molto pignolo e preciso: le prove erano alle 21 e non si poteva sgarrare di un minuto; e poi voleva che gli attori si attenessero rigorosamente al copione. Solo a me permetteva di improvvisare”.
Quando l’ha visto l’ultima volta?
“Non molto tempo fa sono andato a trovarlo a casa. Abbiamo parlato molto di teatro e lui era un po’ geloso perché ultimamente oltre alle commedie sue ne abbiamo fatta anche una di Peppino De Filippo”.
Vede qualche erede?
“C’è qualche giovane che sta provando a cimentarsi con la commedia dialettale, come Martellotti. Ed è inevitabile ispirarsi a Brogelli, e magari copiarlo un po’”.
(da Il Giornale dell’Umbria del 1 novembre 2007)
Egregio sig. Valli
stavo cercando un copione in dialetto ternano per poterlo recitare con la compagnia teatrale di Milano alla quale appartengo.
Infatti io sono di Acquasparta, ma vivo a Mialno e mi diletto nella recita di commedie brillanti.
Infatti stavo cercando in internet un copione quando mi sono imbattuto nel suo nome e inevitabilmente ho letto la sua storia.
Sembra una favola la prima recita che ha fatto con una sola battuta, ma che a Brogelli ha illuminato quello che lei poi è diventato.
Cortesemente vista la sua esperienza potrebbe inviarmi un copione brillante in dialetto ternano della durata di circa 60 minuti o 90 che poi adatterò per farlo capire ai "milanesi" ?
Ho visto dal titolo curioso che <zitti 'nbo> potrebbe andar bene ma decida lei per un'altra oltremodo brillante.
La ringrazio di quello che potrà fare.
Cordialmente Leo Proietti Milano tel. 02 4522706