ATTENDENDO BENEDETTO


Dio c’è, ma non si vede. Il Papa anche.

Una scena da teatro dell’assurdo, quella che ieri mattina ha visto protagonisti 1500 ternani accalcati sulla banchina della stazione  con bandierine e fazzoletti colorati per salutare Benedetto XVI diretto ad Assisi.

Il Papa, infatti, non si è visto, e per un motivo a dir poco paradossale: era seduto di fronte al finestrino sbagliato: quello che si affacciava sul lato opposto del binario a quello dove erano in attesa i fedeli, i 25 volontari di San Vincenzo e Agesci con gli striscioni “Terni saluta il Papa” e “Benvenuti pellegrini di pace” e i rappresentanti delle istituzioni al gran completo: dai vicari diocesani al presidente della Provincia, dal Prefetto al questore, fino ai comandanti di carabinieri, guardia di finanza e guardia forestale.

Mancavano solo il vescovo Paglia (ad Assisi) e il sindaco Di Girolamo; ma è proprio il caso di dire che il primo cittadino non si è perso niente, se non l’irritazione per una disorganizzazione che qualcuno tra le autorità ha interpretato come un autentico sgarbo da parte del Vaticano. D’altra parte, gli accompagnatori del Papa si sono resi conto solo tardivamente del disguido, e lo hanno fatto avvicinare al finestrino giusto quando il treno stava ormai lasciando la stazione.

E così, se la situazione delle élite cittadine ricordava la scena di Ecce Bombo di Moretti, in cui i protagonisti vanno a vedere l’alba sulla spiaggia di Ostia ma il sole sorge alle loro spalle, il fatto che gli unici a vedere il pontefice siano stati i fedeli relegati agli ultimi posti delle file sul lato opposto della stazione ha un sapore evangelico: “Gli ultimi saranno i primi”. In questo caso, gli unici.

(da Il Giornale dell'Umbria di venerdì 28 ottobre 2011)

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