SUL MARE

E' possibile avere tante aspettative e non deluderne nessuna?
E' possibile aspettarsi qualcosa, e trovare molto meglio?
E' possibile innamorarsi di un libro e poi innamorarsi anche del film?


Devo essere sincero: io, dopo aver letto i libri, ero rimasto deluso anche di "Via col vento" e "Stand by me"… e persino un po' di "Shining"!
Qui la magia è stata riuscire a rispettare completamente lo spirito e la trama del libro, riscrivendone però l'atmosfera, e tagliando e aggiungendo al posto giusto.
Un libro come "In bilico sul mare" poteva diventare una pellicola post-neorealista alla Pasolini, oppure un'opera onirica. Invece è diventata qualcosa di totalmente diverso e inclassificabile… una commedia piena di poesia e di emozioni che non si può etichettare in nessun modo.
Alessandro è riuscito a conservare intatta l'anima romantica e drammatica del libro, eliminando però le i toni più morbosi e squallidi e le scene più crude e, in cambio, regalando al film e ai personaggi una leggerezza e un tono da commedia.
Gli attori – fantastici – danno così tanta verità alle loro interpretazioni da riuscire a trasformare i personaggi della Pavignano in persone vere.
Impossibile non identificarsi in Salvatore, impossibile non desiderare un amico come Tonino Capadiciuccio, impossibile non scoppiare il lacrime quando Martina scende dall'aliscafo.
 
L'ambientazione e la fotografia fanno il resto. Ventotene è Ventotene. Personalmente non l'avevo mai vista, ma a questo punto la voglio vedere il prima possibile!
Il digitale – a parte alcune inquadrature – non si vede. Le immagini sono fantastiche.
E i product-placement di una delicatezza e una discrezione ma viste finora (tanto che alcuni spettatori li hanno confusi!)
D'Alatri, come sempre, è straordinario nella regia perché è come un grande attore: quanto più è grandioso tanto più è invisibile.
 
Ad ogni momento regala inquadrature originali e innovative, ma lo fa con discrezione, senza manierismi. Insomma è geniale ma non te lo fa pesare. Non sta lì come Tarantino a dire:  "Guardate che mi invento adesso". Oppure, come tanti suoi colleghi: "Guarda qua che ti ho tirato fuori. Adesso fermati cinque minuti a guardare questo tramonto perché mi è venuto proprio bene!".
 
Insomma, la sobrietà del genio.
 
Tornando alla sceneggiatura, si vede che c'è dietro una grande scrittrice, ma anche due grandi sceneggiatori (e poco importa che uno dei due coincida, perché si vede bene che la Pavignano-sceneggiatrice ha saputo mantenersi indipendente dalla Pavignano-scrittrice).  Il romanzo è stato accarezzato, ma corretto. E al momento giusto, potato e reinventato.
E si ragionava, tra noi fan, che forse questo è proprio quello che mancava a "I Giardini dell'Eden". Al capolavoro mancato, quello che mancavano erano proprio due sceneggiatori. Da una parte, infatti, c'era uno scrittore poco abituato al linguaggio cinematografico, dall'altra un regista che, però, in quel caso forse era troppo coinvolto come autore.
 
Qui c'è un equilibrio perfetto. Ecco perché è SUL MARE ma non è IN BILICO!

   I GIARDINI DELL'EDEN

IN BILICO SUL MARE

 

 

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