Piccoli Leoni Cadono

Dente ,
eri tagliente
massiccio
imponente

Dente statuario
Dente importante
Nessuna carne poteva resisterti
Tutto sbranavi, masticavi, sminuzzavi
Ogni pasto ti godevi

Quante abbuffate che ci siamo fatti insieme
Tu il mio dente
Io la tua mascella
Che collaborazione
Bella

Un sodalizio a pranzo, cena, merenda
e colazione
Sempre presente
Mai invadente
Insieme potevamo compiere qualsiasi impresa
Si mangiava la porchetta, ciriole, ceci
timballo e mortadella
bistecca, salsicce, pane vecchio
Facevamo concorrenza alle galline
Alle fiere più selvagge
Perché tu non eri un canino
Eri un leoncino
Che martedì grasso!
Che San Valentino!

Quanto cibo nutriente
a volte nauseante
sarà forse il troppo vino
Dente
poeta arrogante
fera vincente
bastardo fetente
Dente pestilente
Stafottente
però bisogna dirlo:
portavi gente!

Ti sei cariato
Una malattia vecchia, decennale
Che fa male
male
male
E il mio dentista mi ha detto: “Va tolto”
E io niente
Non ci rinuncio al mio dente
Piuttosto mangio solo pasta
Pasta al dente, ovviamente

Che dolore
Che dolore ultimamente
Che mangiate atroci che abbian fatto

O mio dente derelitto
Doloravi atrocemente
Afflitto da un dolore inflitto
Inutilmente
Nessun antidolorifico
Era abbastanza magnifico
Per farci pasteggiar
Tranquillamente
Ma io sono andato avanti ugualmente
Perché volevo salvarti
Assolutamente
Non volevo cacciarti
Ma curarti
Nella speranza che un giorno
guarito veramente
Che magnate avremmo fatto
finalmente

E invece sempre peggio
Sempre peggio
Ultimamente mi facevi male anche a digiuno
Non ti muovevo minimamente
Ma tu strillavi, strepitavi, mi accusavi
Continuamente
Di usarti per ingerire cibo
Nutrire il ventre

Che dolore, dente
E mi dicevi “lasciami andare, non mi trattenere dentro questa mascella
Che per te sarà pure bella ma a me fa schifo
Non fare il tifo per me
Fammi andare via
Fammi spiegare le ali
E andare a riposare
Tra i rifiuti speciali

Ma io, dente, non potevo restare indifferente
Io ci provavo
A fare finta di niente
A volte il dolore sembrava dare tregua
quasi che fossi guarito
Miracolosamente

E invece dente
In un giorno di febbraio
Sei caduto
Da solo
Senza intervento
portato via dal vento

E ora sono rimasto senza
Senza rimpianto
Questa gengiva sola
Ha pianto tanto
Ma ora anche basta
Vivrò di sola pasta
e minestrina in brodo
In fondo è la quaresima, e me la godo.

E ora sto qui da molte ore
A contemplare questa assenza
Ed è un sapore strano senza odore
Ma ora, leoncino mio
Te lo dico proprio di cuore:
Via il dente
Via il dolore.

Precedente Grazie Presidente, e scusami per averti fatto aspettare sotto la pioggia Successivo Guerra