Perché mi sono candidato alla Parlamentarie del M5s

Mi sono candidato alle primarie del Movimento 5 Stelle per il Senato, che si concluderanno fra poche ore. Non ho mai fatto politica ed è un’idea che continua a non appassionarmi minimamente. Quindi ora vi spiego perché l’ho fatto.

Primo,
perché si può fare. E non è una cosa da poco.

Fino ad oggi in Italia, per poter anche soltanto sognare di candidarti in Parlamento, dovevi passare la vita a servizio di un partito. Normale che alla candidatura ci arrivassero solo politici professionisti, gente che il contatto con la realtà lo aveva già perso da un pezzo e il cui unico referente era il partito che l’aveva cresciuta e che aveva servito fedelmente per anni.
Nel Movimento 5 Stelle, invece, si fanno queste cose strane chiamate primarie. E persino uno come me può candidarsi: uno che ha fatto pochissima militanza attiva, è rimasto molto tempo defilato, e ha criticato molto spesso le scelte fatte dai vertici e da molti rappresentanti istituzionali in questi anni. Perché il M5s, ebbene sì, non solo fa scegliere i candidati agli iscritti, ma apre le candidature a tutti i cittadini e non solo ai pezzi grossi del partito. Dunque, perché non approfittarne?

Non mi sono mai interessato di politica, come non se ne interessano la maggior parte degli italiani. Proprio questo modo di vivere la Cosa Pubblica come un mondo a parte, gestito da una Casta di specialisti che si fanno i cazzi loro a spese nostre, mentre noi cerchiamo di farci i nostri continuando a votarli anche se li disprezziamo con tutto il cuore, è questo che ha rovinato l’Italia. E allora quello di cui c’è bisogno è che sempre più cittadini estranei a tutte quelle logiche entrino nelle istituzioni. E lo stesso Movimento deve scongiurare il pericolo che si crei una casta interna, proprio per questo mantiene il sacro vincolo dei due mandati e consente di candidarsi a tutti i cittadini, e non solo ai militanti attivi.

Secondo,
perché ho voglia di mettermi a in gioco e non me ne frega nulla di prendere voti. Le mie probabilità di entrare in Senato sono pari a zero. Ma il punto è che io non credo nella carriera politica. Credo che la politica debba essere un servizio, quindi quello che bisogna fare non è andare a caccia di voti e sperare di vincere, ma – semplicemente – mettersi a disposizione. Ecco, perla prima volta, ho deciso di mettermi a disposizione, di mettermi in gioco.
Sì, la verità è che avevo voglia di partecipare a questo gioco e vedere come funziona.

Terzo,
perché avevo un conto in sospeso con le parlamentarie: cinque anni fa mi è stato impedito di partecipare.
Il giornale per cui lavoravo aveva minacciato di licenziarmi se non avessi ritirato la mia candidatura e cancellò – negli articoli – il mio nome dalla lista ufficiale, creando un caso di cui si discusse, peraltro, su altri giornali. Quando qualche mese dopo raccontai questa storia a Beppe Grillo, mi disse che era successo anche ad altri giornalisti.
Oggi quel giornale ha chiuso, io sono un giornalista free lance, e ho deciso di gustarmi finalmente la libertà.

Quarto,
perché candidarmi significa riconoscermi pubblicamente e ufficialmente nel Movimento 5 Stelle. Qualcuno mi ha detto con sarcasmo: “Quando ci sono le elezioni si riallineano tutti”. Ebbene, io non credo che sia sempre per opportunismo: è anche una questione di identità.
Negli ultimi tre anni mi sono allontanato sempre di più dal Movimento, per molti motivi. Ci sono tanti questioni su cui mi sono trovato in disaccordo e su cui sono rimasto deluso. Non sopporto chi è sempre in campagna elettorale: io credo che in tempo di pace sia giusto fare autocritica, perché senza critica non si cresce. Ma credo anche che quando ci sono le elezioni sia tempo di ricompattarsi. Perché, nonostante le mie tantissime riserve, credo ancora che il Movimento 5 Stelle sia il miglior soggetto politico che abbiamo e l’unica speranza di riscatto per il nostro Paese.

Quinto,
perché se si sono candidati l’ex direttore della Padania e un tizio conosciuto solo per aver gridato “vada a bordo cazzo”, allora posso farlo anche io!

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