PERCHE’ HO DECISO DI VOTARE SI

Buona parte delle persone che stimo e di cui mi fido domani voterà no. Eppure, nessuna di esse è riuscita ancora a convincermi a fare altrettanto.

Beppe Grillo e Marco Travaglio, per dire, sono stati coloro che negli ultimi vent’anni più mi hanno trasmesso il pensiero critico, mi hanno insegnato a non delegare la mia coscienza, a non farmi dire da nessuno quello che devo pensare. Paradossalmente, è proprio in coerenza con il loro insegnamento, se oggi non posso seguire la loro indicazione di voto.

Ci ho provato davvero in tutti i modi, a farmi convincere a votare no. Qualcuno mi ha preso per un provocatore, invece ero semplicemente uno che cercava di capirci qualcosa di più, per non dare un voto ideologico.
Ho parlato con tanta gente, letto tutto quello che ho trovato, riesaminato i pro e i contro decine di volte, e non sono riuscito a trovare una buona ragione per il no che non fosse strumentale, pregiudiziale o condivisibile.

Non c’entra il fatto che votare no significa schierarsi dalla stessa parte di Bersani e Berlusconi. Sono cazzate anche tutte le tirate sui “fronti del no” e “fronti del sì”. Se è una cosa è giusta è giusta, se è sbagliata è sbagliata, a prescindere alla compagnia in cui ti ritrovi. Quello che mi fa riflettere, semmai, è che tutto il fronte del No è accomunato dalla volontà di far fuori Renzi: Bersani per vendetta e restaurazione, Berlusconi perché è l’unico che riesce a rubargli la scena, Grillo perché è l’avversario più difficile da battere.

Quando si entra nel merito, c’è chi mi dice che il Senato non va abolito perché il bicameralismo è davvero pefetto (e io però lo voglio abolire) e chi mi dice che è una riforma inutile perché il Senato andava abolito del tutto (ma la perfezione è nemica dell’azione), chi mi dice che se vince sì faranno inceneritori ovunque (ma non sarà una lettura un tantino allarmista e strumentale?), chi mi dice che finiremo sotto una sorta di dittatura perché il presidente del consiglio avrà poteri enormi (e se ne assumerà la responsabilità – aggiungo io. Se c’è una cosa che non mi piace di questa democrazia è tutti mangiano e nessuno si assume le responsabilità) e soprattutto – ommioddio! – non eleggeremo il Senato. Che per inciso, è nato proprio per essere riservato a parlamentari non eletti ma nominati. Peraltro, con l’attuale legge elettorale, noi eleggiamo sindaci e consiglieri regionali mentre i senatori sono di fatto nominati dai partiti, quindi semmai passeremo da un Senato di nominati a un Senato di eletti: esattamente il contrario di quanto dicono i propagandisti del no.

Non dimentichiamo poi l’abolizione dell’inutile Cnel, la drastica diminuzione dei parlamentari, l’abolizione degli stipendi dei senatori, ma anche la diminuzione degli stipendi dei consiglieri regionali, altra cosa di cui nessuno parla: oggi i consiglieri regionali prendono stipendi imbarazzanti, con la riforma non potranno superare quello del sindaco del comune capoluogo. Che, personalmente, mi pare ancora troppo, ma – ancora una volta – la perfezione è nemica dell’azione.

Precedente MEZZI DI DISTRAZIONE DI MASSA Successivo Renzi e l'onore delle armi