PER NON SAPE’ Né LEGGE Né SCRIVE ME LA CAVO BENE COME GIORNALISTA

Beh dovresti avere obiettività e non essere di parte…. Te la senti?
Federica Porfidi
(Sinistra e Libertà)

 

Federica sollevi una questione non da poco! L’obiettività del giornalista… che cosa significa essere obiettivi? Che cosa significa essere di parte?

Io al giornalista “equivicino” non ci credo, al giornalista “che non va a votare da vent’anni” ancora meno. Ma non credo nemmeno al giornalista di regime, che usa il suo lavoro per fare propaganda anziché informazione… e sono le due tipologie più diffuse, ahimé.

Ma i peggiori di tutti, sono i giornalisti di parte che si spacciano per imparziali. Io penso di appartenere alla categoria opposta, a quelli imparziali che “si spacciano” per partigiani, perché dichiarano apertamente le loro idee (da questo punto di vista credo che l’esempio più illustre sia Travaglio).

Eppure io credo e ho sempre creduto che un giornalista possa e debba essere di parte e al tempo stesso continuare ad essere obiettivo. Impossibile? No. Difficile? Sì, difficilissimo, ma almeno una difficoltà dovrà pure avercela uno dei mestieri tutto sommato più facili da imparare.

Il giornalista non è solo uno che dà notizie: è uno spirito critico che deve aprire gli occhi ai suoi fruitori, aiutare a capire e quindi – inevitabilmente – non può esimersi dal fornire la propria “lettura” della realtà che lo circonda. Il problema è quando questa lettura soffoca l’apertura mentale.

Un giornalista deve, in primo luoogo e sempre, cercare la verità e comunicarla. Ma per farlo esistono molti modi e molte strade diverse.

In sintesi, per rispondere alla tua domanda. Ognuno di noi ha – e tanto più chi fa il mio lavoro è importante che ce l’abbia – ha un proprio bagaglio culturale, le proprie idee, i propri credo. E questi concorrono – ed è giusto e importante che lo facciano – a formare il suo giudizio. Ma perché il giornalista sia onesto e obiettivo: 1) devono essere dichiarati apertamente, perché nessuno di noi è detentore della verità, e su temi sui quali io sono particolarmente coinvolto, è anche giusto che chi mi legge o mi ascolta “faccia la tara”. Il giornalista deve esercitare uno spirito critico e se è davvero bravo anche i suoi lettori eserciteranno uno spirito critico su quello che scrive.  2) Che queste convinzioni non impediscano di essere imparziale o di cambiare idea.

Io, da questo punto di vista, Federica, sì, mi sento obiettivo. Perché per me la ricerca della verità è sempre prioritaria sulle mie idee.

Sono cattolico ma anti-dogmatico e iper-critico nei confronti della Chiesa; mi riconosco nel Movimento Cinque Stelle, ma quando Grillo (o qualcuno del Movimento) dice una cazzata sono pronto a denunciarla.

In questa campagna elettorale sono stato schieratissimo e ho sostenuto Angelica Trenta: non perché ne avessi un qualche interesse (non ero nemmeno candidato) ma perché ci credevo profondamente. E ci credevo da cittadino e – ovviamente – anche da giornalista.

Ora, proprio grazie al fatto di essere “grillino” posso permettermi – in questo ballottaggio – di essere TOTALMENTE imparziale. Sono pronto a votare tanto Di Girolamo quanto Crescimbeni, perché non ho pregiudizi ideologici né interessi in ballo. E posso permettermi di farlo solo ed esclusivamente in base ai programmi.

 

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