L’UOMO D’ACCIAIO

Mai visto un film così equamente diviso: il primo tempo un capolavoro, il secondo una cagata pazzesca.

Il film parte come un remake riuscitissimo del Superman di Richard Donner e finisce come un remake – penosissimo – del già idiota Indipendence Day.

Incredibile come siano riusciti a costruire un’opera del genere, che all’inizio riprende – aggiornandola negli effetti speciali e approfondendola nei contenuti – la trama del primo leggendario film con Christopher Reeve, riuscendo anche a superarla, e poi si perde in una sceneggiatura idiota, una regia caciarona e in un’interminabile serie di noiosissimi combattimenti.

In compenso abbiamo scoperto una cosa: la celebre S sul petto sta per SPERANZA. Quindi Superman, in realtà, è italiano.

P.S.

Per noi seguaci dell’arte del fumetto resta una versione apocrifa, dove finalmente Superman ha imparato ad indossare i mutandoni rossi sotto alla calzamaglia (l.s.)

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