I MORTI VIVENTI E IL RISORGIMENTO A CINQUE STELLE

"Ci rivolgiamo ai grillini per dire che noi possiamo migliorare ma non siamo uguali agli altri e a questo movimento ci rivolgiamo in modo amichevole ma rigoroso".

Ci vuole solo la faccia come il culo di Bersani per dire una cosa del genere, dopo la figura che ha fatto il Pd e il trionfo del Movimento a Cinque Stelle.

"Possiamo solo migliorare?". Sicuro, che a peggiorare, il Pd – per quanto potrà impegnarsi – ci riuscirà difficilmente. "Amichevole ma rigoroso": abbiamo il morto che vuole dettare le condizioni ai vivi!

Il Partito Democratico, dopo Berlusconi, è il più grande sconfitto di questa tornata elettorale. Ha vinto solo là dove era assolutamente scontato che vincesse, ovvero Torino e Bologna. Milano e Napoli hanno rappresentato due enormi ceffoni sulla faccia dei gerarchi di questo Pd-l. L'unico in grado di espugnare la Roccaforte di Berlusconi, infatti, è un candidato di Sinistra e Libertà, mentre a Napoli il candidato del Partito PseudoDemocratico è stato umiliato da Luigi De Magistris dell'Italia dei valori.

D'altra parte, ad Amelia il Pd vince con un candidato venuto "dal basso" e osteggiato dalle gerarchie. La logica oligarchica, arrogante e antidemocratica che governa il Pd in tutta Italia esce ancora una volta con i pesci sulla faccia, come già era successo in Sicilia e – per ben due volte – in Puglia.

Ma i gerarchi del Partito Monocratico, evidentemente, non hanno nulla da imparare dalle sconfitte. D'altra parte, se cos fosseì non avrebbero lasciato il Paese nelle mani di Berlusconi per quasi vent'anni…

Intanto il celebratissimo e corteggiatissimo "Terzo polo" risultante dall'ammucchiata di Casini, Fini e Rutelli, aspirante ago della bilancia, dimostra tutta la sua inconsistenza e la sua inutilità, scomparendo dalle mani degli elettori  ma non dal salotto di "Porta a Porta", ovviamente.

Alla fine i trionfatori di queste elezioni sono tre, anche se è difficile da accettare per chi si ostina a parlare da "leader" anche mentre prende pesci in faccia in tutta Italia: Sinistra e Libertà, Italia dei Valori e Movimento a Cinque Stelle. I postcomunisti parlano di "voglia di sinistra" ma mi pare decisamente fantasioso. Anche i reduci di Rifondazione e Comunisti italiani sono morti, mentre né Grillo né Di Pietro sono né sono mai stati di sinistra.

Io direi allora che semplicemente c'è voglia di politica vera, di politica seria, che si occupi di cose concrete, c'è voglia di un'alternativa AUTENTICA al berlusconismo,  c'è voglia di partiti che servono i cittadini e non di partiti che si servono dei cittadini. C'è voglia di gente che dica una parola chiara su tematiche come NUCLEARE, ACQUA e LEGITTIMO IMPEDIMENTO…

NICHI VENDOLA è l'unico volto presentabile dell'attuale classe politica. E l'unico, che dall'interno di questo sistema, riesce ad essere un minimo credibile, a far bruciare un po' di passione in chi lo ascolta.  E sicuramente è anche l'unico erede della vecchia accoppiata Rifondazione-Verdi, che negli anni 2000 rappresentava l'unico movimento politico "alternativo" sul fronte dell'ambiente, della pace, della giustizia sociale.

L'ITALIA DEI VALORI è inconsistente come struttura politica: è sempre stato un partito "ad personam" che ha raccolto e raccoglie spesso scarti della vecchia politica. Ma insieme agli scarti della vecchia politica ci sono anche persone di valore, figure realmente alternative, così come alternative sono le idee. Insomma è un partito che si barcamena, che sta un po' a metà strada tra Grillo e Mastella…

Dopo la morte di Rifondazione l'Italia dei valori è rimasto l'unico movimento a fare "opposizione interna", a tenere fermi certi punti, a non farsi trascinare dal conformismo democratico. Non a caso Di Pietro è tra i pochi squarciare l'omertà che vige sul Referendum.

D'altra parte è vero pure che negli ultimi anni Di Pietro è andato a rimorchio di Grillo. E' stato, di fatto, il lato istituzionale di Grillo, il "Grillo nel palazzo": si è fatto portavoce delle sue battaglie e ha raccolto i voti dei grilliani. Questa sintonia, in qualche caso, è stata anche formalizzata: Grillo ha infatti sostenuto ufficialmente l'Italia dei valori (De Magistris alle europee) e l'Italia dei Valori ha candidato una grilliana (Sonia Alfano, sempre alle europee).

E' normale quindi che Di Pietro stia tremando: fra poco l'ITalia dei Valori sarà un partito totalmente superfluo.

Infine, il MOVIMENTO A CINQUE STELLE. Che non è il partito di Beppe Grillo, ma il partito dei cittadini. Ed è buffo e curioso, come i partiti teoricamente democratici siano tutti schiacciati sulla figura del presunto leader (Pdl, Pd, Sel, Italia dei valori), mentre un partito che teoricamente nasce da una figura carismatica come Beppe Grillo sia oggi quello in cui c'è più partecipazione. Grillo è un catalizzatore, non un guru. Grillo raccoglie le idee e le fa circolare: lo faceva già con i suoi spettacoli, lo ha fatto con il blog. Lui ci mette la faccia, perché la sua faccia dà visibilità ed è anche una garanzia di qualità, ma le idee ce le mettono i cittadini.

E' il paradosso di un'Italia in cui gli i politici di mestiere dei buffoni, e uno buffone di mestiere è il politico più serio.

Hanno cercato di sputtanarlo in tuti i modi, in questi anni. Il popolo del "Vaffa": dicevano, e dicono ancora, che i "grillini" (quanto odio questo termine) sanno dire solo NO. La verità che di NO ne dicono un solo: ed è quello all'attuale classe politica, totalmente autoreferenziale. Mentre sono gli unici in Italia a parlare di cose concrete, a iniziare dall'ambiente e dalla giustizia.

Lo sfidavano, Grillo, i gerarchi dei partiti: "Si sporchi le mani, scenda in campo". Ora si cacano sotto. Forse anche perché – quelli più lucidi, tra loro – hanno capito che Grillo la politica la sta facendo seriamente, come forse non l'ha forse mai fatta nessuno in Italia.

Chiunque al posto suo si sarebbe candidato in parlamento dieci anni fa, magari costruendosi un partiticchio ad personam. E' esattamente quello che hanno fatto Berlusconi e Di Pietro, a suo tempo. Berlusconi con il partito-azienda mantenuto con soldi al posto delle idee, Di Pietro con un orticello tutto suo: ha messo il suo bel piedino dentro al sistema di potere, senza cambiare nulla della politica italiana.

Grillo, da politico VERO, e da politico SERIO si sta comportando in modo molto più abile: PRIMA ha messo i contenuti, con i suoi spettacoli e con il suo blog. Poi ha promosso battaglie civiche: come proposte di legge e referendum. Poi le liste civiche, che sono la politica vera – quella che DAL BASSO, che cerca di cambiare le cose. Infine il movimento nazionale a cinque stelle.

Se si fosse candidato dieci o cinque anni fa si sarebbe bruciato, sputtanato, sarebbe stato divorato da quel sistema contro cui combatteva. Invece quel sistema, ora lo sta erodendo dal basso, lentamente ma inesorabilmente.

Il Movimento a Cinque Stelle cresce: alle ultime amministrative era ancora ininfluente: era una nicchietta che il sistema politico poteva ancora permettersi di guardare con sufficienza. Oggi è diventato determinante: ha fatto più dei tre "giganti" Fini-Casini-Rutelli messi insieme: è arrivato al 10% a Bologna, a Torino il candidato a Cinque Stelle è stato addirittura il terzo più votato.

Mentre tutti gli "aghi della bilancia" iniziano le contrattazioni, Grillo precisa che non farà alleanze ai ballottaggi. Continua a mantenersi "puro", continua a rifiutare le logiche contro le quali il suo Movimento è nato.

Sono dati che dovrebbero far riflettere chi si occupa di politica: Grillo batte Casini, Rutelli e Fini insieme, Il Movimento a Cinque Stelle ottiene a Torino (in termini di candidati a sindaco) lo stesso risultato che il Partito Democratico ottiene a Napoli.

Il Movimento a Cinque stelle cresce e si trascina dietro la forza dell'alternativa. E se l'idea ancora fa ridere – o inorridire – quasi tutti, io credo che un giorno Beppe Grillo potrebbe diventare presidente del Consiglio.

D'altra parte – in un Paese che ha avuto per ben tre volte presidente del Consiglio Silvio Berlusocni – il fatto che si inorridisca nell'idea di avere premier Grillo è evidente che è solo frutto di pregiudizi e della campagna denigratoria nei confronti di questo comico serissimo che politici, giornali e televisioni portano avanti da quindici anni.

Quel che è certo è che presto avremo sindaci e presidenti di Regione a Cinque Stelle. E allora forse – Grillo o non Grillo –  dopo questo lungo purgatorio, l'Italia tornerà a rivederle…

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Un commento su “I MORTI VIVENTI E IL RISORGIMENTO A CINQUE STELLE

  1. redazioneadesso il said:

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      • Alessandro Gentiletti

        Caro Arnaldo, la tua riflessione coglie alcuni aspetti che condivido, altri meno. L'analisi che tu fai è sommariamente condivisibile, con alcuni distinguo. Per ora ti dico che apprezzo il successo in questa tornata elettorale del "Movimento a 5 stelle". Io non giudico principalmente il successo in base ai risultati elettorali, seppur importante il pallottoliere è una componente residuale nella mia visione politica (nessuno fa l'arte per rimetterci, è vero, ma si deve prima fare le cose con arte … ridurre la politica a pallottoliere, somme e addizioni, come molti fanno, è per me mortificante). Quando parlo di successo, quindi, mi riferisco alla qualità dei candidati e dell'offerta politica, prima che dei tanti voti che meritatamente il Movimento ha preso. I candidati che ho potuto ascoltare, come il giovanissimo candidato sindaco di Milano, sono competenti e appassionati e traducono un messaggio politico importante. Beppe Grillo come politico lo giudico dilettante, seppur è un catalizzatore e un provocatore (e provoca anche elementi positivi di novità come dicevo sopra). Pur dicendo spesso cose condivisibili, a me Grillo sai non piace. Ho verso di lui un insuperabile pregiudizio, forse. Mi sono piaciuti, però, almeno questa volta, alcuni dei suoi candidati e dei loro programmi. Per il resto … più tardi approfondisco la tua nota e ti dirò meglio … . Ciò che posso dire da subito, sperando di non esser smentito, è che il Paese attende un'alternativa forte e chiara, e su questo se il PD, per come la vedo e lo vivo io, ha fatto molta strada comunque ne deve fare ancora moltissima, troppa. In ogni caso credo possa farla, anche grazie agli stimoli e alle provocazioni di questo genere, verso i quali (per quel che mi riguarda) deve essere sempre aperto, altrimenti è veramente finita. A più tardi, comunque!Mostra altro

        13 ore fa · Non mi piace piùMi piace· 1 personaTi piace.

      • Olimpio Mazzorana

        Da anarco comunista condivido quello che hai scritto. Da tempo sostengo che il futuro è il movimento 5 stelle e le fabbriche di Nichi. Sono due movimenti che cresceranno. I primi hanno quel diavolo di Grillo che li spinge con il forcone a mettersi in gioco senza se e senza ma, contando sulle proprie forze idee e principi comuni., i secondi hanno Vendola che è ancora troppo guru e non li fà emergere. Li considero due validissimi laboratori in sviluppo, che prima o poi dovranno confrontarsi con accordi ben chiari, evitando assolutamente i compromessi, quelli della vecchia politica, che non rende soddifatta nessuna delle parti e porta alla morte delle idee.Mostra altro

        13 ore fa · Non mi piace piùMi piace· 1 personaCaricamento in corso…

      • Movimento Cinque Stelle Terni

        Ovviamente il patetico Bersani, il mago dei Cip 6, colui che caccio via Grillo dalle primarie, si commenta da solo. La tua analisi è molto interessante anche se a dir la verità, anch'io che frequento attivamente il M5S guardo il futuro con molte incognite ed incrociando le dita, perchè gli anticorpi che stiamo formando siano sufficienti a respingere gli elementi patogeni dell' ecosistema italico. Grazie Luca Simonetti.Mostra altro

        12 ore fa · Non mi piace piùMi piace· 1 personaCaricamento in corso…

      • Francesco Borzini

        Premetto che alle ultime elezioni europee ho votato per SEL e non per il PD e dunque la mia (per quanto sia un postcomunista) non è una difesa d'ufficio dei democratici. Però nelle analisi bisogna essere rigorosi, come direbbe Bersani. Il PD ha subito uno smacco a Napoli, è vero, ma dopo che ha avuto il coraggio (un coraggio non trascurabile) di annullare primarie poco trasparenti. E lo ha fatto anche a costo di perdere il consenso di chi quelle primarie le aveva vinte, sia pure tra molti dubbi. A Milano il PD è il primo partito e Pisapia, dopo aver vinto le primarie su Boeri, è diventato il candidato del PD. Ti ricordo anche che a Milano, dopo le primarie, il PD ha cambiato la sua classe dirigente, si è rinnovato e alle elezioni ha raggiunto un ottimo risultato. Vincere appoggiando un candidato proveniente da un altro partito del proprio schieramento, non significa prendere una batosta. Dire che ad Amelia il sindaco è stato imposto dalla base contro i vertici (considerando che lo stesso era ingenerosamente accusato di essere manovrato da quegli stessi vertici) è altrettanto inesatto. Quanto al trionfo dei 5 stelle, possiamo dire che il movimento è forse meno decisivo di quanto sperato, considerando che nonostante le ottime performance, sia a Torino che a Bologna le elezioni si sono concluse al primo turno. Detto questo, ero al comizio di Grillo a Bologna e ho visto un mare di giovani, un sacco di belle facce, tante buone idee, che sono parte di quella parte di Paese che vuole il cambiamento. Però c'è una cosa di Grillo che proprio non capisco. Proprio ieri ha …

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