CENTOMILA LIRE, 1975

poste da te.

Quando sono nato il mio bisnonno Ezio Cappelli mi regalò un buono postale fruttifero da 100mila lire.

Siccome ero un po’ troppo piccolo per mettermelo nel portafoglio lo consegnò a mia madre, che lo ha conservato per quasi trent’anni.

Ho un ricordo molto vago di Nonno Ezio. Quello di un vecchietto un po’ pelato, in carrozzella.

E’ morto nel 1978, quando io avevo tre anni. Di quel famoso buono postale mi parlarono, per anni, i miei genitori. "Quando sarai grande te lo daremo e potrai ritirarlo". E chissà quanti soldi sarebbero diventati, nel frattempo, mi domandavo.

Quando ventisette anni dopo l’emissione, ho aperto il mio primo conto corrente (e proprio alle Poste) mio padre mi consegnò quel buono, dicendomi che prima di andarlo a ritirare avrei dovuto verificare per quanti anni ancora sarebbe stato fruttifero.

Io me lo sono messo in tasca, e dopo la seconda volta che un passante me lo riconsegnava  con la celebre frase "Le è caduto qualcosa dalla tasca", ho deciso che era meglio chiuderlo in un cassetto.

Il cassetto dei cassetti, quello dove sta anche il libretto di risparmio del Monte dei Paschi di Siena che mi era stato regalato per la prima comunione, e tutti gli altri documenti.

Sono passati otto anni, è morta anche Nonna Liana, la figlia di Nonno Ezio, e io nel frattempo sono anche andato a vivere da solo e la Lira nemmeno esiste più. 

Ogni tanto tiravo fuori dal cassetto il buono, che ormai aveva cessato di essere fruttifero da già molti anni e che fra poco avrebbe smesso anche di essere valido. Della serie che se non mi sbrigavo a ritirarlo, non avrebbe fruttato proprio niente.

Così, oggi ho pensato che il compimento dei fatidici 35 anni poteva essere l’occasione migliore.

Nel mezzo del cammin di nostra vita, diceva Dante. Perché stai a metà strada per i 70, età che più o meno coincide ancora oggi con la speranza di vita, ma che sicuramente ancora oggi apre le porte alla vecchiaia.

In realtà a me – eterno bambino, che si sente appena affacciato nell’adolescenza – fa più impressione ritrovarmi tanto trentenne quanto quarantenne, e mi fa davvero tanto effetto l’idea di essere tanto lontano da un ventenne quanto da un cinquantenne.

Quindi dovrebbe essere l’età migliore, almeno in media. Poi ci sono mestieri in cui a 35 anni sei già in età da pensione – come il calciatore – e altri per cui sei ancora un ragazzino, come l’ecclesiastico.

Vabbé, insomma sono andato a ritirare – con grande solennità – questo buono. Tanta solennità, pensa un po’, che ho portato pure una giornalista (no, in realtà Eleonora mi accompagnava per caso, però fa effetto dire che c’erano i giornalisti, no?).

L’impiegato ha esordito chiedendomi perché avessi aspettato tanto dopo che il buono aveva smesso di essere fruttifero. E l’impiegata vicina gli ha risposto – al posto mio – che un mazzetto di affari suoi se li può pure fare!

Poi, mentre lui faceva i conti, con Ele abbiamo parlato di argomenti tipicamente giornalistici molto appetibili per un curioso, tipo intercettazioni telefoniche e abuso di cocaina nella Terni bene.

Poi le solenni firme, e infine, i soldi.

892 euro e 55 centesimi che sarebbero -circa un milione e settecentomila lire.

Più o meno quello che guadagno in un mese!

soldi! da te.


 
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2 commenti su “CENTOMILA LIRE, 1975

  1. anonimo il said:

    E’ carino che tu abbia conservato almeno la scansione del buono di tuo bisnonno e che abbia raccontato la sua storia al mondo intero. 892 euro e 55 centesimi non sono una ricchezza, ma sono certa che ti porteranno ugualmente fortuna. Auguri….Giuliana

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