ALICE, FUMETTONE COLORATO SOSPESO TRA FANTASIA E BANALITA'

alicegruppo da te.

Trionfo tiepido per “Alice”. All prima nazionale, che venerdì sera ha registrato il tutto esaurito al Planet, il film più ternano della storia del cinema delude tutti, anche i detrattori.

Chi era arrivato al multisala di via Bramante con un pregiudizio negativo sull’opera prima di Oreste Crisostomi è stato infatti costretto a ricredersi. Alice è un film decisamente al di sopra della media dei film giovani e giovanilisti italiani. Pieno di difetti, ma anche di pregi.

Cominciamo dai difetti: innanzitutto la sceneggiatura, priva di forma e anche di sostanza. Per dirla con una frase fatta (e nei dialoghi non ne mancano) senza né capo né coda. D’altra parte ci sarà un motivo se nessun regista al mondo – nemmeno Nanni Moretti – si scrive i film da solo. Va aggiunto, però, che Crisostomi è in buona compagnia e il suo è il peccato originale che accomuna i giovani registi italiani, ovvero quello di raccontare storie che non hanno niente da dire.

Alice, per intenderci, non ha nulla da invidiare a Santa Maradona, il tanto celebrato debutto di Marco Ponti. Certo è che non aiuta, da questo punto di vista, concentrare il 90% del film su un personaggio senza personalità e senza carisma, che più che ad Amélie o a un Michele Apicella al femminile assomiglia a troppe sfigate da fiction televisiva che si redimono in boutique e dal parrucchiere. Difficile poi, dire fino a che punto la totale passività della protagonista sia da addebitare all’autore e quanto a Camilla Ferranti, che non brilla certo di luce propria ma lavora bene e sarebbe anche riuscita a rendere credibile il suo personaggio, se ci fosse stato qualcosa in cui credere.

Sicuramente il difetto principale dell’ex allievo della Mumos è quello di dare troppo spazio a pochi personaggi, fondamentalmente piatti e stereotipati (la madre, il padre, l’amico gay, lo spasimante sfigato, la fioraia-guru, l’amica-nemica-collega) e troppo poco a personaggi chiave come la sorella maggiore-sposa, la cui personalità non riesce ad emergere nonostante il talento di Elena Sinibaldi.

Peccato perché alla fine, a regalare al film i momenti migliori sono proprio i caratteristi, a cominciare dalla sacrificata Emanuela Aureli, protagonista di alcuni dei momenti più divertenti e malinconici, lo straordinario Vito (artista sperimentale che sembra uscito direttamente da Es.Terni), la vivace nonna Gisella Sofio e i tanti attori-comparsa – quasi tutti ternani provenienti dalla Mumos – che brillano nel film come un tappeto di stelle in una notte di luna piena.

Se la trama è gracile e confusa i dialoghi – in compenso – regalano momenti di grande divertimento e anche originalità. Su tutte, la scena “d’amore” tra Alice e il suo imbranato spasimante. Buffa, surreale, inedita.

Dove l’esordiente arrivato al cinema senza gavetta dimostra invece autentico talento, è sicuramente la regia. Alice  è un film colorato, con inquadrature mai banali e trovate fantasiose. Summa cum laude, poi. alla musica di Alessandro De Florio: non il classico tema che si ripete per tutto il film ma un mosaico di note colorate come la fotografia (capace di valorizzare appieno la città) che nei titoli di coda lasciano spazio alla canzone L’amore che cos’è scritta da Morettini e Angelosanti.

In sintesi, un’opera irrisolta e acerba, ma superiore a buona parte dei film italiani usciti quest’anno (Cosa voglio di più di Soldini, tanto per fare un esempio) e che almeno un merito ce l’ha: avere, per la prima volta, messo in rete e valorizzato le tante risorse artistiche maturate a Terni e anche – lasciatecelo dire – non essersi vergognato delle proprie radici. Alice è infatti il primo film non solo girato ma anche ambientato a Terni e l’unico la cui prima si è svolta in un cinema della città. Era ora.

(da Il Giornale dell'Umbria del 27 giugno 2010)

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7 commenti su “ALICE, FUMETTONE COLORATO SOSPESO TRA FANTASIA E BANALITA'

  1. anonimo il said:

    Mi è sembrato un film francese… strano…  non accade molto nel film ma quel poco  è reso in modo abbastanza  magnetico. Bravi gli attori,  la regia insolita, e i colori davvero belli. Colonna sonora interessantissima. ci sono scene isolate davvero fighe… che arrivano un po' in modo insolito e improvviso… ma ci stanno. La scena tra i due al bar è fighissima e lui bravissimo. La sceneggiatura è un po' frammentaria e altalenante, ma il tutto è gradevole.

  2. anonimo il said:

    e certe cose molto originali registiche e gag tra gli attori che risultano strane e convincenti sono in contrasto con cose rese troppo ovvie, hai ragione. cmq da vedere. La scena di Vito però, grazie a lui, è davvero  bella, fa ridere da pazzi.

  3. anonimo il said:

    La trama, è vero, è esile…ma i dialoghi son belli. La spaak poi è ancora bellissima…

  4. ortensia51 il said:

    @anonimo che paragona Alice ad un film francese: grazie grazie grazie non potevi dire una cosa più bella alla piccola creatura Alice, figlia di tanto lavoro, tanta passione, nata tra tantissime difficoltà e come figlia difesa amata e protetta. Ancora grazie

    Silvia Crisostomi

  5. anonimo il said:

    non ancora visto… me ne hanno parlato malissimo e benissimo, a qualcuno è piaciuto molto a qualcuno zero… bo… domani lo affitto, ma solo xche è girato a Terni…

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