ABBASTANZA BREVE

Nella biblioteca di studi medievali della facoltà di Lettere e Filosofia di Roma tutto era silenzio.

Otto studenti erano sparsi per i tavolini della sala curvi sui loro libri e sugli appunti. Tranne uno che scriveva cazzate.

Improvvisamente uno di essi si alzò in piedi gridando: “Adesso basta!”.
Poi fece due metri e si piazzò davanti ad una ragazza bionda che stava studiando.
“Non ce la faccio più!” le urlò in faccia.
La ragazza alzò lo sguardo; “Ce l’hai con me?”.
“Non riesco a studiare!”.
“E’ colpa mia?”.
“Certo, non mi lasci concentrare!”.
“Io?”.
“Sì, mi distrai”.
“Che ho fatto?”.
“Sei troppo bella” disse quello con freddezza.
La ragazza sorrise. “Devo prenderlo per un complimento?”.
“Non è un complimento – rispose il ragazzo senza perdere il suo contegno seccato – E’ una constatazione".
“Forse è meglio che ne parliamo di fuori” disse lei abbassando la voce, dopo aver notato imbarazzata gli sguardi curiosodivertitiracondi dei presenti..

Uscirono dalla biblioteca e appena fuori della soglia lei lo abbracciò e si baciarono con passione.
Era la prima volta per lui. E anche per lei.
Poi lui disse: “Adesso devo andare a fare la cacca”.
Né mai più si rividero.
 
Roma, maggio 1996 

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Un commento su “ABBASTANZA BREVE

  1. ARNALDOCASALI il said:

    AMMAZZA CHE CAZZATA

    Questo racconto me lo ha ispirato questa bionda qui davanti che è un ora che mi guarda.

    Ma che ti guardi? Non hai mai visto un arnaldo?

    No, ma è molto carina, magari ha la faccia un po’ da bambaciona. Va be’, ma che si guarda?

    Forse è leggermente abbondante. Forse sono io che sono difficile.

    Vabbé ma tanto che vole, mo me ne vado.

    Ecco, per esempio io non inizierei mai una storia con una che mi guarda in biblioteca.

    Le storie di sguardi non fanno decisamente per me.

    E mo famme studià.

    Roma, Maggio 1996

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