A CASA PER UN’ALTRA VIA

“Eccomi sono qui. So che mi cercavate. Sono a vostra disposizione”

Il re aveva una lunga veste rossa e viola ricamata in oro, la barba folta e candida e un turbante da cui pendevano decine di pendagli d’oro.

Aveva un’aria affabile, ma i suoi occhi tradivano la follia e la sfrenata ambizione che l’avevano portato più volte a tradire il suo popolo per ingraziarsi gli invasori e a far uccidere non solo i suoi nemici, ma i membri della sua stessa famiglia e persino l’amata moglie.

Valentino lanciò un’occhiata a Jesper, che scosse leggermente la testa.

“Allora? Non cercavate il re dei giudei? Sono io”.

“Cerchiamo il Cristo – disse Balhtazar – il Re dei re”

“E voi siete venuti dall’Oriente per cercare il messia degli ebrei?”

“Il bambino che cerchiamo è l’uomo che il mondo aspetta dall’inizio dei tempi” rispose Valentino.

“Dove è scritto che dovrebbe nascere il Cristo?”

“A Betlemme di Giudea”.

“E come sapete che è il Re è nato?”.

“Le stelle annunciano la nascita dei re – rispose Lavarndad – e noi abbiamo visto una stella grandissima che brillava tra tutte le altre stelle e le oscurava, così che le stelle non si vedevano, e noi per questo abbiamo capito che qui era nato il re dei Re e siamo venuti ad adorarlo e offrire lui i nostri doni: oro, nardo, mirra, cannella, cinnamomo, incenso, argento, zaffiri e perle”.

Il Re scese dal trono e si avvicinò al gruppo. Valentino istintivamente fece un passo indietro. Quasi sussurrando, Erode chiese con esattezza quando era apparsa la stella.

“Nove mesi fa” rispose Melkon. Ma alcuni, del gruppo, lo guardarono severamente. Sembravano molto preoccupati.

“Allora andate – disse ancora Erode sorridendo – e fate diligenti ricerche del bambino; e quando lo avrete trovato fatemelo sapere, perché venga anch’io ad adorarlo”.

Uscito dal palazzo il gruppo ammirò la grande stella che brillava sopra di loro, nella volta celeste, e li aveva guidati fino a quel momento.

Appena ebbero ripreso il cammino, Jesper prese con sé Hor, Basanater e Karsudan e i quattro iniziarono a parlare animatamente. Poco dop anche Hormisdas e Gushnasap si unirono alla conversazione. Valentino si avvicinò, a sua volta, per prendere parte a quella discussione, ma Hormisdas e Gushnasap gli vennero incontro dicendo che bisognava fermare la carovana.

Jesper radunò tutto il gruppo, poi disse: “Fratelli miei. Non dobbiamo fidarci di Erode. E’ terrorizzato dall’idea di perdere il trono, e se lo porteremo dal Re dei Re lui cercherà di ucciderlo”.

Subito tutto il gruppo iniziò a mormorare.

“Lo so – continuò Jesper – lo so che lui è il Re di Giudea e non è leale da parte nostra agire segretamente. Ma non possiamo permettere che il Messia venga ucciso”.

“Per questo – concluse Jesper – Quando avremo trovato il Re dei Re, lo avremo adorato e gli avremo consegnato i nostri doni, torneremo a casa per un’altra strada, senza passare per Gerusalemme”.

Un coro di approvazione seguì il discorso del capo della delegazione. Valentino non riuscì a trattenere un applauso, seguito da altri magi.

Si sentiva risollevato, respirò a pieni polmoni l’aria fresca della primavera, e tornò ad ammirare, nel cielo, la stella delle stelle, con una gioia immensa nel cuore e voglia di far festa.

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