2012

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Ok, l’ho capito che devo smettere di cercare di classificare gli anni in belli e brutti. Che finché fai una vita interessante e cerchi di non ripeterti gli anni saranno tutti diversi, ognuno con le sue vette e i suoi abissi.

Certo, non posso nascondere che questo 2012 che sta per concludersi di sicuro non è stato un anno spensierato. E’ stato un anno importante, intenso – anzi, intensissimo – ma di certo molto sofferto, anche depresso – se vogliamo.

E’ stata un’annata dura, sotto tutti i punti di vista. Forse l’anno più stressante e pesante che ricordi, anche se pieno di soddisfazioni e di momenti importanti. D’altra parte la stessa presunta fine del mondo ha contribuito a creare un clima di ansia e depressione – visti anche i segnali inquietanti con cui ci siamo avvicinati al 21 dicembre, in tutto il mondo. E poi la scoperta che siamo ancora tutti qui, non ci impedisce di capire che una svolta è comunque necessaria.

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Se dovessimo dare una chiave di lettura, però, sarebbe facile: è stato un anno di transizione. E la transizione non è mai facile, perché sai cosa stai perdendo ma non cosa stai trovando. Perché comporta una fine che, anche quando è necessaria e opportuna, è sempre dolorosa.

L’evento più eclatante –  e anche simbolico – da questo punto di vista, è stata senza dubbio la promozione del vescovo di Terni Vincenzo Paglia a presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia.

Vincenzo Paglia è stata – negli ultimi 12 anni – la figura più importante per me sotto il profilo professionale. Come cronista, è stato una preziosa fonte di notizie, come dipendente della Curia di Terni è stato il mio datore di lavoro. Ma è stato anche l’ideatore e il promotore del festival cinematografico di cui sono direttore artistico e molte altre cose.

Vedere Paglia diventare un ministro del Vaticano e un  futuro cardinale, è per me che ci ho lavorato a fianco tanti anni è da una parte una grande gioia e soddisfazione, dall’altra fonte disorientamento e  – lo ammetto – di un certo sconforto e ansia per il mio futuro professionale.

D’altra parte che quest’annata avrebbe segnato delle forti demarcazioni nella mia vita, si era visto sin dall’inizio: tutto sommato un evento particolarmente simbolico era stata la chiusura di splinder, il sito su cui avevo realizzato tutti i miei blog sin dal 2006. Il passaggio forzato ad altervista è stato complesso e ha portato con sé non pochi problemi, tra cui la perdita di alcuni post anche molto importanti, come la poesia Francesco e il racconto Il Giorno di Natale, di cui non avevo altra copia.

Davvero, a ripensarci oggi quella forzata rivoluzione telematica era gravida di simbolismi. D’altra parte è innegabile che il passaggio ad altervista ha anche segnato, in realtà, un forte ridimensionamento di questo blog e dell’uso che ne faccio. Innegabile, infatti, he il tempo del blog è ormai finito e la mia comunicazione oggi passa al 99% attraverso Facebook che – nonostante il mio timido ingresso su twitter – rimane, anzi è sempre di più, il mio principale mezzo di espressione.

Posso dire che nel 2012 Facebook ha assunto un ruolo ancora più centrale nella mia vita: oramai ha sostituito di fatto non solo il blog, ma anche la mail e il telefono e mi rendo conto che riveste ormai un ruolo importantissimo anche nella mia vita pubblica. I riferimenti a quello che scrivo su facebook sono all’ordine del giorno quando incontro qualcuno per strada.  E se penso che – quattro anni fa – al momento di iscrivermi al social network, avevo scritto proprio su questo blog che non riuscivo a capire a cosa servisse…

Un anno di addii, ma anche di grandi svolte: un anno di eccessi, come il 2011, sul profilo alimentare ma anche su quello sessuale, ma è stato anche l’anno in cui la mia professione ha raggiunto una terza dimensione: se fino al 2006 di fatto io vivevo nella parola scritta e dal 2007 ho aggiunto la dimensione audio-radiofonica, il 2012 è stato l’anno dell’immagine, con il debuttto televisivo e l’acquisto di una videocamera semi-professionale.

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Se nel 2011  avevo viaggiato tantissimo, quest’anno ho viaggiato pochissimo; se l’anno scorso ho pubblicato due libri, quest’anno non ne ho fatto nemmeno uno – in compenso ho scritto, quasi interamente, il mio primo romanzo, ed è stato un grande viaggio nella storia e dentro me stesso.

Se l’anno scorso mi hanno rubato la mia storica bicicletta, quest’anno ne ho comprata un’altra. Ed è stato buffo e imbarazzante: come faccio sempre , volevo rimpiazzare ciò che avevo perduto con una sorta di copia fedele, quindi sono andato al negozio a cercare una bicicletta che assomigliasse il più possibile alla mia Adriatica. “Vorrei una mountain bike”. Il negoziante mi guarda male: “Ma è una bici da ragazzini”. “Avevo una mountain bike” dico. E mi rendo conto che quando l’avevo comprata, quella bici, avevo 16 anni e ora ne ho 37…

E’ stato anche un anno in cui, dopo anni, ho cambiato look, tornando al pizzetto e – recentemente – addirittura agli odiatissimi baffi…

I VIAGGI, IL COMPUTER, IL ROMANZO

Se il 2010 e il 2011 erano stati caratterizzati dai tanti viaggi, nel 2012 ho viaggiato pochissimo. Solo due viaggi all’estero: il primo, a marzo, in Polonia per il festival di Zamosc. Assai poco memorabile, a dire il vero, rispetto agli ultimi, anche se è stato arricchito dai due giorni a Varsavia in compagnia di una mia carissima amica.

Il secondo – importantissimo – è stato invece a Sarajevo, per girare – insieme alla redazione di “Adesso”, il documentario Sarajevo Adesso proiettato in prima assoluta al festival Popoli e Religioni. Un viaggio bellissimo, perché non è stato una vacanza, ma una vera e propria impresa giornalistica compiuta con tre collaboratori che sono anche tra i miei amici più cari.

Niente vacanze, invece, niente Irlanda niente Belgio. I soldi, in compenso, li ho spesi in acquisti: la bicicletta, la videocamera (comprata proprio in occasione del documentario) e – soprattutto – il computer. Ebbene sì.

Perché se io al computer ci vivo e ci scrivo ormai da tredici anni, come ho più volte sottolineato, in realtà io un computer mio non ce l’ho mai avuto. Mai. In tutti questi anni ho sempre utilizzato il computer di mio padre a casa dei miei, quello della redazione al giornale, quello del mio ufficio. L’occasione per decidermi al grande passo è stata proprio la scrittura del romanzo, che volevo fare anche durante le vacanze in montagna a Vacone. E così eccomi qua: per la prima volta scrivo questo post proprio dal mio personale computer un Acer nero che non ricordo più nemmeno quanto l’ho pagato, ma credo sui quattrocento euro.

Sottolineo nero, perché ormai è il colore di tutte le mie cose: il portafoglio, le borse e lo zaino della Guiness, le macchine fotografiche, il telefonino, la videocamera, l’automobile. Tutto ciò che è mio è nero, e quindi era giusto che lo fosse anche il computer.

Va da sé che con il pc ho scoperto anche skype, le videochiamate, la connessione da pennetta usb, internet da casa a Collescipoli… insomma, sono entrato in un mondo nuovo: ecco, un’altra grande novità del 2012 sono state le videochiamate e skype.

Come dicevo, il vero motivo per cui ho comprato un computer – è il mio romanzo storico su san Valentino. Un progetto nato alla fine del 2011 ma che in realtà ho scritto nelal sua quasi totalità nel 2012, in diverse, intensissime, sessioni: la prima tra l’inizio di marzo e la metà di aprile, la seconda tra l’inizio di luglio e la fine di agosto. Poi ho continuato a pensarci e a lavorarci per tutto l’autunno, senza scrivere molto, ma arrivando ad una decisione storica: no raccontare tutta la storia di san Valentino (come prevedeva il progetto originario) ma limitarmi alla giovinezza. E il resto si vedrà. Il romanzo, così ripensato, è quasi finito: mi mancano solo tre capitoli che ho già in mente ma non ho fatto in tempo a scrivere. Contavo di farlo prima della fine dell’anno, ma questo post si sta prendendo il tempo che avevo deciso di dedicargli, quindi probabilmente la coda sarà nel 2013. Quando si potrà leggere non lo so, anche perché – per la prima volta – sono intenzionato a mandarlo ad una casa editrice vera anziché autopubblicarmelo…

Al di là del risultato, comunque, devo dire che tuffarmi nella scrittura di un romanzo storico è stata l’esperienza più entusiasmante che ho fatto quest’anno. Di fatto posso dire di essere uno scrittore: ho pubblicato un libro di interviste, uno di racconti, uno di poesie e un testo teatrale. Mi mancava proprio il re della letteratura e scrivere questo romanzo è stato un modo meraviglioso di cimentarmi in questo genere letterario perché mi ha permesso di immergermi in un mondo che non consocevo minimamente: la Roma antica. E’ stato un viaggio – anche fisico – fantastico, che mi ha portato a visitare, tra l’altro le rovine di Pompei e tutti i resti romani presenti a Terni. Anche se, come ogni impresa artistica, l’ho caricato di aspettative che ora rischiano di restare deluse…

IL TEATRO E L’OPERA LIRICA

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E’ stato un anno particolarmente importante per Il Giullare di Assisi perché è andato in scena ben tre volte, e con tre date importanti: prima a Stroncone, allestito da Simone Mazzilli, poi nella versione ufficiale di Riccardo Leonelli con due date mitiche: la prima ad Alviano, in cui – per la prima volta in tre anni – mi è stato chiesto di scrivere un pezzo nuovo per l’occasione e l’ho fatto con un tale entusiasmo che Le rondini di Alviano è addirittura entrato nel repertorio ufficiale dello spettacolo. Poi a Montefalco, il luogo dove tutto era iniziato, quattro anni fa, durante un ritiro spirituale con Riccardo Leonelli in cui gli avevo proposto uno spettacolo tratto da testi teatrali antichi su Francesco e lui mi aveva risposto proponendomi di scriverlo io, un testo su Francesco…

Infine, il 4 ottobre è stato proiettato per la prima volta il video registrato nel 2010 con Francesco Salvi e Fabio Bussotti che – finalmente – dopo due anni sono riuscito a montare grazie a Michael Spezzi…

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Come attore, ho continuato ad affiancare Stefano de Majo e Costanza Farroni per occasionali allestimenti dello sketch Il suicida gentile, ormai mio autentico cavallo di battaglia, con una performance particolarmente mitica (a dire il vero non ricordo se ce ne sono state altre quest’anno) al Sale Rosa per Halloween.

Per la prima volta, poi, quest’anno ho curato la regia di un’opera lirica: La Rondine di Puccini, andata in scena al teatro di Rieti il 20 dicembre: un’esperienza che ricorderò soprattutto per lo stress e la fatica, ma che non posso negare è stata importantissima, anche per l’assoluta novità di trovarmi a dirigere un’opera e a sentirmi chiamare “Maestro” (!!!).

Infine, solo pochissimi giorni fa, il 3° posto ottenuto al Poetryslam di San Gemini in cui ho recitato tre mie poesie che hanno ricevuto un grande apprezzamento: Voglio tutto (ma tutto non si può), Quello che le donne mi hanno lasciato e Non è un luogo comune.

IL LAVORO E I FESTIVAL

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Ho già detto dell’incertezza dovuta alla partenza del vescovo di Terni. Il nuovo non è stato ancora nominato né si è ancora capito se riuscirò a mantenere una qualche forma di collaborazione con Paglia. In televisione ho avuto un’esperienza molto bella ma assai poco redditizia.

Intanto – nel campo del volontariato, visto che sono due anni che non percepisco un compenso – al festival Popoli e Religioni sono diventato, per la prima volta, l’unico direttore artistico. E’ stata un’edizione miracolosa: fata con pochissimi soldi e riuscita benissimo. Sul fronte umano ha consolidato i rapporti di amicizia con artisti come Francesco Salvi, Alessandro D’Alatri e Jerzy Stuhr, che ormai posso definire amici con la A maiuscola, oltre che personaggi di cui sono un grandissimo fan. Ma è stata anche la più pesante per me in assoluto. Reggere quasi da solo il peso dell’organizzazione di un simile evento è qualcosa che mi ha massacrato e impedito di goderne il successo, tanto da indurmi a presentare le mie dimissioni da direttore al termine di quest’edizione che potrebbe quindi anche essere l’ultima, e – almeno – è così che io l’ho vissuta: come l’edizione dell’addio. Forse anche per questo, se ho realizzato tanti sogni (come l’omaggio a don Pino Puglisi con gli attori e i personaggi di Alla luce del sole) è stata anche molto malinconica per me.

D’altra parte quest’anno ho avuto un vero sovraccarico di responsabilità direttive: il mio anno artistico è iniziato infatti con la più colossale edizione di StraValentino mai organizzata, tanto da far impallidire anche la prima, mitica, del 2009. Ero partito – come ogni anno – per non farlo affatto, StraValentino, e mi sono trovato a dirigere una macchina gigantesca, perché ha coinvolto la città come mai era successo prima con una serie enorme di adesioni (persino il Giornale dell’Umbria) e io praticamente solo al comando, con uno staff minuscolo di amici a coordinare tutto. Una grande faticata, ma anche una grandissima soddisfazione nel sentire, ancora una volta, di avere la città dalla tua parte e di stare facendo qualcosa di utile.

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AMORE

Come già detto, è stata l’annata più intensa ma anche caotica. Posso dire che è successo davvero di tutto: un storia d’amore – platonico – con una ragazza molto molto più giovane di me che si è trasformata miracolosamente in una bellissima amicizia senza passare in quel distacco e minimo di odio che credevo obbligato; c’è stato un ritorno di fiamma dopo 11 anni con quella che era stata addirittura la mia seconda storia d’amore assoluta e con cui – per dieci anni – non avevamo fatto che rincorrerci senza mai riuscire a raggiungerci; c’è stata la storia che da vecchio bigotto quale sono dovrei considerare la più squallida e ignobile della mia vita, perché basata solo sul sesso e vissuta con un maschilismo che, da vecchio romanticone quale sono sempre stato, non avrei mai creduto di poter vestire. Ma c’è stata, soprattutto una lunga, importante e tormentatissima storia d’amore e d’amicizia conclusa con una fine “controllata” e una passione incontrollata. C’è stata anche la parola “fine” su ciò che restava della più importante storia che ho mai vissuto, e c’è stata un’altra relazione tanto serena quanto indefinibile, di cui è ancora presto per parlare. Ma insomma, non me ne sono stato con le mani in mano!

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IL DIAVOLO, GLI AMICI, LA RELIGIONE

C’è stato anche lui, sì. Non posso dire di aver convertito completamente il mio deciso scetticismo nei confornti del maligno, in una totale credulità. Però, sì, c’è stato un momento in cui ho creduto davvero di trovarmelo faccia a faccia. E.. e basta, altro non dico! Ma sicuramente oggi vedo le cose molto diversamente rispetto a prima…

Devo dire che è stato anche un anno di amicizia e amicizie importantissime. Forse mai come quest’anno mi sono sentito parte di un gruppo, ho avuto sempre qualcuno con cui parlare, con cui passare una serata. Insomma non ho sofferto mai la solitudine. E ci sono state tappe importanti: se a Sant0 Stfano avevo conosciuto le persone che poi ho più frequentato durante l’anno, il mio migliore amico si è sposato e io – per la prima volta – mi sono trovato a far da testimone a un amico.

Una piccola curiosità, ma significativa, è che nel 2012, per la prima volta in vita mia, non ho festeggiato il compleanno e questo perché quel giorno – e quelli successivi – ero impegnato nel festival StraValentino.

Una delle cose che ho fatto per la prima volta, in questo 2012, è stato recitare il rosario. Una preghiera che ho sempre snobbato e rifiutato quando mi veniva proposta. Non vi dico perché ma mi sono ritrovato a recitarla – costretto – tutti i giorni per una settimana, in privato. E ci ho preso talmente gusto che adesso ne recito un pezzettino ogni giorno e indosso sempre il rosario al braccio destro. Un rosario molto speciale, peraltro, visto che fu il primo regalo della mia fidanzata “storica”, dieci anni fa esatti.

ADESSO E LA TV

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Concludo con la novità sicuramente più importante: da una parte il debutto in televisione, su TeleTerni: prima con due speciali di StraValentino, poi con 8 puntate di un programma tutto mio, Adesso in onda, per il quale sono stato persino (pur se pochissimo) pagato. Poi i tre speciali sulla Notte bianca che la tv ha voluto affidare proprio a me e infine con altri due special di Adesso in onda per il festival Popoli e Religioni.

Erano anni che volevo fare televisione: era stata la mia primissima esperienza professionale, nel 2000 con Sale e miele su Canale 8 e confesso che mi è mancata. Negli ultimi anni ho maturato molta esperienza nella carta stampata, nella radio, negli eventi dal vivo. Ormai – lo sapevo – mi mancava solo la televisione, e aspettavo da anni che qualcuno mi chiedesse di farla. Sapevo di poterla fare bene e sapevo anche (anche se cercavo di non pensarci) che mi sarebbe piaciuto moltissimo farla.

Non posso negare che sia stata forse l’esperienza che più ha segnato questo 2012 e che mi piacerebbe motlo che avesse un seguito.

Ma devo anche dire che non sarebbe stata la stessa cosa senza Michelle, Michael e Giorgia. Perché il fatto che Adesso in onda sia stata non solo la mia personale evoluzione mass-mediatica, ma abbia coinvolto il progetto Adesso e i suoi redattori, ha raddoppiato – anzi triplicato – l’entusiasmo con cui l’ho fatta.

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mportante che la mia testata abbia mai avuto. Ha segnato una vera e propria rivoluzione, e ha portato con sé – dopo e durante il programma – anche il blog, il profilo twitter, il nuovo Reteblu e soprattutto la versione Facebook. Devo tutto a loro, soprattutto a Michelle che è stata la persona che più si è entusiasmata e lasciata coinvolgere da “Adesso” dai tempi in cui io divenni il caporedattore. Nel 2012 Adesso dopo essere approdato sulla carta stampata, su internet in radio, ha debuttato in televisione e persino al cinema. Non sarà facile mantenere questo livello di entusiasmo, di qualità e anche di amicizia, perché la nostra redazione è  stata ed è soprattutto un gruppo di persone legatissime tra loro. Ma è stato già bello che quest’anno sia stato così.

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LA POLITICA

Un’altra novità importantisima è stato il mio “ingresso ufficiale” in politica. Chi legge questo blog conosce le mie simpatie per Beppe Grillo e per il Movimento a Cinque Stelle. Sono un grilliano almeno dal 2000, ma avevo vissuto questa mia “militanza”, finora, solo come giornalista e come commentatore. Insomma, come osservatore.

Quest’anno, anche sull’onda del trionfo di Parma, ho voluto impegnarmi più direttamente e finalmente sono entrato in contatto con il Movimento a Cinque Stelle di Terni: ho scoperto un ambiente meraviglioso, e persone straoridnarie che sono divetante anche loro, in primo luogo, amici con cui passare del tempo piacevolissimo prima ancora che persone che condividono i miei stessi ideali. L’impatto è stato stupendo sin dal primo momento e ancora devo dire di non essere rimasto deluso.

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Poi, come tutto quest’anno, anche nel Movimento c’è stato un turbine: avevo frequentato pochissime riunioni quanod mi sono ritrovato candidato alle Parlamentarie: quando il mio nome è uscito sui giornali nel mio, di giornale, è successo un casino: mi sono ritrovato persino a scrivere a Grillo per ritirare la candidatura, senza ottenere risultato. Il mio è diventato un caso regionale e forse anche per questo, nonostante il Movimento di Terni non mi avesse scelto tra i candidati su cui puntare e io stesso non avevo fatto minimamente campagna elettorale né avevo chiesto il voto a nesusno, mi sono ritrovato con 11 voti che mi hanno portato al 31° posto (su 81 candidati), addirittura 4° tra i ternani (e se vogliamo essere precisi, persino primo tra i candidati ternani di nascita).

Poche settimane dopo le parlamentarie, è arrivato Beppe Grillo per il firma day e io mi sono ritrovato a suo fianco sul palco e a cena. Insomma, ormai mi sono esposto, sappiatelo: sono del Movimento a Cinque Stelle e lo sarò sempre di più. Voi datevi una regolata!

Infine, cosa chiedere al 2013? Direi niente, visto che di solito non ottengo mai quello che chiedo ma sempre molto altro. L’anno scorso avevo scritto “E allora perché non sperare in questo 2012 che si è avvicinato così minaccioso? Certo, c’è da tirarsi su le maniche e lavorare di brutto. Ma qualcosa di bello si può riuscire a farla”.

Beh, la promessa stavolta è stata mantenuta. Di cose belle ne ho fatte tante, devo dire. Al 2013, allora, non ho che da chiedere di portare fino in fondo tutto ciò che è stato accennato – o iniziato – in questo 2012. E se c’è da perdere del tutto, rinunciare altrettanto fino in fondo, ad altro. Beh, non sarà facile, ma occorrerà farlo.

Siam qui e andiamo avanti.

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